La signora del cinema: «Così è cambiato lo star system»
La signora del cinema italiano è di casa in Sardegna. Da quasi trent’anni, Piera Detassis è anima e direttrice artistica del Festival del Cinema di Tavolara. Ed è qua che la intercettiamo, nella settimana della 29esima edizione della manifestazione che ha visto passare Donatella Finocchiaro e Francesco Pannofino, Alba Rohrwacher e Benito Urgu, per parlare di tutto.
Di cinema, certo. Ma anche di Costa Smeralda, che al cinema e alle sue star è sempre piaciuta dai tempi della grande Hollywood e di Cinecittà ad oggi, vedi Oliver Stone, Matt Damon e Jude Law, da poco avvistati da queste parti. Avvistati, appunto.
«Ho l’impressione che il mondo dello star system sia cambiato», dice Piera Detassis, saggista, critica cinematografica, presidente e direttrice artistica dei Premi David di Donatello, fino a pochi mesi fa al timone della rivista Ciak, un’istituzione in materia. «Prima cos’era la Costa Smeralda? Erano i fotografi che si trasferivano qua all’inizio della stagione, che pedinavano le star, era il paparazzo che aveva la possibilità di fare un accordo, di trattare sulle foto, ed era un lavoro. In epoca di Instagram, invece, tutto questo non ha più quasi senso, perché la star si raccontano da sé», prosegue Piera Detassis. «C’è ancora Beyoncé e un mondo che ha come chiave del suo business il palcoscenico e l’esibizione ma pure divi che, al contrario, tendono a mantenere un profilo più defilato, li vedo sempre girare in barca al largo. Il problema è che nessuno ha più il coraggio di parlare, perché qualsiasi dichiarazione fai dopo due secondi è sui social: paradossalmente, l’estrema democratizzazione dei mezzi di comunicazione ha prodotto una maggiore chiusura, c’è la tendenza al controllo perché ogni cosa potrebbe rivelarsi micidiale» riflette la giornalista.
Eppure, nonostante Instagram e una vita costantemente in piazza, la foto rubata ha sempre il suo appeal. A maggior ragione in un contesto da sogno. Naturale che il connubio tra la Sardegna e il cinema, che è sogno per eccellenza, vada da sé.
La terra che ha conosciuto i set degli spaghetti western di Sergio Leone e tragicommedie stile Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto, quello originale di Lina Wertmuller e il remake con Madonna, è stata riscoperta di recente dalla nuova Hollywood di George Clooney, che nel 2018 ha girato in Gallura la serie tv Sky Catch-22, e prima ancora da Paolo Sorrentino con Loro.
«Negli ultimi anni il lavoro della Sardegna Film Commission è stato molto importante, anche a livello internazionale: all’interno del sistema cinema italiano la Sardegna è diventata un punto di riferimento interessante, sempre con quell’aria un po’ separatista che ha la Sardegna, ma decisamente riconosciuto», conclude Piera Detassis. «Pensare che quando iniziammo il Festival di Tavolara quasi non sapevo dove stavo: mi sono solo innamorata di una situazione che credevo potesse durare un’estate». Un’estate lunga trent’anni.
Ilenia Giagnoni