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L’abito di Grazia Deledda
10 Gennaio 2022

L’abito di Grazia Deledda


«Il vestito argento lilla sarà guarnito di perle: figurati lo scintillio; ti offuscherò addirittura, a meno che anche tu non ti metta le spalline e quella terribile sciabola di cui io ho tanta paura». Una descrizione precisa, profonda, del suo abito da sposa com’era nello stile di Grazia Deledda, la scrittrice di Nuoro nata 150 anni fa. Proprio l’anno scorso ha preso il via una serie di appuntamenti che andavano a celebrare questo importante anniversario. Un omaggio alla Sardegna letteraria che ha visto come protagonista anche Poste Italiane con un francobollo in edizione limitata. Tutto ciò ha permesso di lasciare un segno tangibile sul territorio, mostrando come il talento di un\'autrice si possa tradurre in una ricerca continua delle sue radici, rimaste inalterate e trasferite in alcuni grandi capolavori della storia contemporanea. Ma le celebrazioni non si fermano qui, come dimostra la ricostruzione del vestito di Deledda a opera dell’Istituto superiore regionale etnografico (Isre).



I dettagli


Prima si citava l’importanza della forma così come del suo contenuto, che nel caso di Grazia Deledda coincideva con la fotografia del suo tempo. Un legame che unisce le tradizioni e l’esperienze personali come il matrimonio con Palmiro Madesani, avvenuto a Nuoro l\'11 gennaio del 1900. Proprio l’11 di questo mese, nel quartiere di Santu Predu, verrà esposto l’abito da sposa dell’autrice, in quella casa divenuta il centro della sua giovinezza trasformata in un museo di ricordi. Nella stanza da letto della scrittrice Premio Nobel si potrà vedere il frutto di un lungo lavoro dell’Istituto superiore regionale etnografico, dove la ricerca del più piccolo dettato ha consentito di riprodurre tutto l’aspetto del vestito, dal tipo di modello fino al tessuto e la taglia.



«Di questo abito non è rimasta traccia, - racconta all’ANSA la curatrice Franca Rosa Contu, responsabile del sistema museale dell’Isre - probabilmente Grazia lo usò in occasioni particolari, magari per andare a teatro, poi la moda cambiò. Data la sua valenza, soprattutto simbolica, l\'Isre ha voluto proporne una riproduzione basata sulla descrizione ricavata da una piccola immagine esposta a Nuoro nel 1987».



Il Museo Deleddiano - la sua villa natale - venne acquistato dal Comune di Nuoro nel 1968, per poi offrirla in gestione ai responsabili dell’Istituto etnografico. Dopodiché col tempo, anche grazie alla disponibilità della famiglia Madesani-Deledda, quella casa si riempì di numerose testimonianze storiche, dalla presenza di manoscritti, fotografie, fino a documenti e oggetti di proprietà della scrittrice. Un piccolo frammento di cultura che ricostruisce allo stesso tempo l’intimità di Grazia Deledda.



Riccardo Lo Re


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