L’altra Olbia riposa sotto il mare in Francia
Olbia affacciata sul mare, Olbia città greca, Olbia antico porto e spettacolo per i turisti che la visitano. Sembra che si parli della città sarda, quella che veglia sul Mar Tirreno e che oggi è uno dei punti di maggiore interesse della zona della Gallura, invece in questo caso ci riferiamo a un’altra Olbia.
Proprio così, perché la città di cui si parla si trova sulle spiagge della Francia, per la precisione lungo la Plage de l\'Almanarre della città di Hyères, dove le sue rovine si ergono a metà fra la terra e le profondità marine.
La storia dell’Olbia di Hyères è, fino al 1900, avvolta nel mistero. Tutti gli storici sono al corrente della sua esistenza, tuttavia nessuno riesce ad inquadrarne la posizione con assoluta certezza. La città infatti viene citata fin dall’80 a.C. dal geografo greco Scimno di Chio e poi menzionata in diversi altri scritti di uomini religiosi e letterati fino ad arrivare al 1400.
È solo agli inizi XX secolo che gli archeologi, guidati da queste diverse testimonianze, individuano nella zona dell’Almanarre il luogo più probabile dove rinvenire la città perduta.
Così, nel 1904 iniziano i primi scavi ad opera del sindaco di Hyères Alphonse Denis. Questi lavori richiederanno circa due anni per dare i primi frutti ma è solo nel 1909, quando a portare avanti l’opera è un colonnello di nome Jean Étienne Casimir Poitevin de Maureilhan, che alla base di una scultura viene scoperta la seguente iscrizione latina:
“GENIO VICINAE CASTELLANAE OLBIENSIVM LVCIIVS RVPIIVS IACCHVS DONO DEDIT COM SVIS.”
Ovvero:
“Al genio della fortificazione degli olbiensi, Lucio Rupilio Iacco ha fatto dono, e i suoi.”
La testimonianza di un dono fatto agli abitanti di Olbia che non lascia più dubbi. Da quel momento in poi la città viene gradualmente riportata alla luce nell’arco di tutto il secolo. Oggi chi visita Hyères può ammirare i resti del centro abitato sia dalla riva che nel mare. Passeggiando a ridosso della spiaggia infatti è possibile vedere i basamenti di intere strutture quali bagni termali, varie botteghe e case, ognuna con il suo perimetro e le sue antiche pareti.
Ma cosa si nasconde, invece, tra le acque del mare là davanti?
A portata di tuffo domina il fondale il piccolo porto antico lungo 100 metri, risalente al I secolo d.C. Nuotando fra i suoi grandi lastroni di pietra squadrata sembra quasi di essere finiti tra i resti di Atlantide. Le pietre oggi sono ricoperte di flora marina e popolate da pesci di ogni genere, regalando a chi si avventura sotto il pelo dell’acqua uno spettacolo davvero mozzafiato.
Benedetta Piras