L’Artigianato è in tavola, le tradizioni sarde in una foto
La fotografia è lo strumento dell’attimo, sempre pronto a immortalare una scena con lo sguardo, in questo caso della macchina. A volte è l’immagine che ti cattura entrando nella tua mente, ma la difficoltà sta nel trasformarlo in un’emozione, inglobando in un’inquadratura luci, contrasti, colori di ogni tipo. Per questo la fotografia non è un concetto semplice. Il gesto, forse, lo è. Ma è tutto frutto di un processo creativo fondamentale, che vale anche per altri settori come la cucina, dove nulla è dettato dal caso. Questi due mondi in questi giorni si sono uniti in un contest, l’artigianato è in tavola, nato dalla collaborazione della Camera di Commercio di Sassari, Confartigianato Imprese Sardegna e l’Associazione Italiana Food Blogger (AIFB). L’obiettivo è di trovare uno sbocco ulteriore all’interno delle piattaforme digitali, proponendo questi prodotti esclusivi e artigianali con un linguaggio innovativo che i professionisti del web utilizzano abitualmente.
Il progetto
L’artigianato è in tavola, ma non basta per raggiungere un pubblico che utilizza i mezzi forniti dalla rete. Serve una promozione moderna, efficace, attenta a ciò che gli utenti effettivamente ricercano. Proprio per questo sono stati scelti alcuni piatti tipici come i culurgiones, panadas, i dolci sardi che si trovano nei giorni di festa, abbinati da ceramiche, tessuti, il legno, e alcuni elementi d’arredo che si portano nelle proprie case. Prodotti artigianali nati dall’inventiva di 29 aziende della Sardegna (Alghero, Olbia, Ozieri, Sassari, Oschiri, Sennori, Uri, Bono, Tula, Bottidda, Sorso, Pattada e Nule), che hanno capito la necessità di svilupparsi in un altro mercato parallelo come quello virtuale. I food blogger sono la risposta di questo bisogno d’immagine, provando ad esporre la loro visione e la loro attenzione ai dettagli nelle loro creazioni.
«Il progetto - afferma Maria Amelia Lai, Presidente Regionale di Confartigianato Sardegna - è nato dalla necessità di trovare nuove strategie per far conoscere le eccellenze dell’artigianato agroalimentare e tipico e tradizionale anche fuori dai canali tradizionali.
La viralità dei social è un’opportunità straordinaria per raggiungere nuovi consumatori, a cominciare dai più giovani, in Italia e in tutto il mondo. Le nostre aziende ci credono, per ampliare gli orizzonti di mercato dell’intera filiera agroalimentare e costruire una proposta innovativa di marketing territoriale».
Il tour
In questi giorni i food blogger si sono diretti in Sardegna chiedendo a tutti i protagonisti di narrare la loro storia e il loro vissuto. Un racconto che è partito da Olbia, con la visita nell’azienda di produzione della ceramica “Varalto” e la presenza all’evento “Benvenuto Vermentino”, dove è stato preparato uno stand di Confartigianato Gallura per presentare i loro prodotti. In seguito il gruppo si è spostato a Ozieri, visitando il “Museo Mulino Galleu” dove si ha avuto modo di conoscere un altro aspetto dell’artigianato sardo. A Pattada, invece, si sono scoperti i segreti dell’azienda “Giampiero Pizzadilli”, specializzata nel settore della coltelleria. Dopo aver visitato alcuni nuraghi della Gallura, il tour si è concluso con due imprese artigiane: Rau”, che produce vini e liquori; e “Giglio di Sardegna”, conosciuta per i suoi dolci.
«Il mondo dei social è una frontiera importante da esplorare per tutto l’artigianato - conclude Daniele Serra, Segretario regionale di Confartigianato Sardegna - e noi vogliamo condurre le imprese medie e piccole ad interagire con i professionisti delle nuove piattaforme web e innovare il modo di promuovere i prodotti, privilegiando emozioni e immediatezza».
Riccardo Lo Re