Le cozze di Olbia compiono cent’anni
Mettere le cozze di Olbia al centro del villaggio globale. Il nuovo corso del Consorzio Molluschicoltori di Olbia sembrava seguire uno sviluppo a suo modo fisiologico. Olbia e il suo oro nero devono vivere una simbiosi identitaria ed economica, seguendo una tradizione che affonda le sue radici in un secolo fa.
La pandemia ha solo rallentato questo processo. Le limitazioni derivanti dalla presenza del Covid-19 non fermeranno le celebrazioni per il centenario della mitilicoltura ad Olbia. Ma tutto è in divenire.
Certamente si festeggerà. Correva il dicembre del 1920 quando fu autorizzata la prima concessione per l’allevamento delle cozze ad Olbia. «Si tratta di una data certamente importante, non tutte le attività economiche possono vantare una storia centenaria. Possiamo dire con orgoglio che dopo lo stop imposto dal virus, da metà giugno l’attività economica ha ripreso a pieno regime. I numeri sono in linea con quelli dello scorso anno» commenta Raffaele Bigi, presidente del Consorzio molluschicoltori di Olbia.
Il programma
In attesa di certezze normative su eventi che implichino eventuali assembramenti anche nei prossimi mesi, si pensa a un programma composito che metta insieme musica, intrattenimento e ovviamente degustazioni con le mitiche cozze di Olbia.
Un primo assaggio si è avuto con una serata dedicata proprio a uno dei simboli di Olbia svoltasi all’interno del programma di Mirtò, il festival internazionale del mirto. Proprio Mirtò, nell’edizione 2019, aveva tenuto a battesimo un modello che potrebbe rappresentare una delle chiavi del centenario.
Il teatro Michelucci di Olbia aveva ospitato Mytilus - 100 anni di storia, tradizioni e strumenti della maricoltura di Olbia, in collaborazione con il Consorzio molluschicoltori di Olbia.
La novità consisteva nella creazione di due format: uno, il più classico, con la preparazione e degustazione guidata dei prodotti; il secondo, per la prima volta, attraverso una esposizione etnografica che ripercorreva i quasi 100 anni di storia delle cozze a Olbia, visto che la prima concessione fu rilasciata il 15 dicembre del 1920. Degustazioni guidate di primi piatti, secondi, crudi, tutti all’insegna dei prodotti del Consorzio dei molluschicoltori: cozze, ostriche, tartufi, cannolicchi, bocconi e arselle. E una esposizione che ripercorreva la storia delle cozze di Olbia attraverso gigantografie di foto degli anni Cinquanta, con una vera imbarcazione, attrezzature da lavoro e anche due mini impianti, su palo per il passato e galleggianti come quelli più moderni.
Giandomenico Mele