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Le incredibili storie di Sydney Sibilia
28 Agosto 2021

Le incredibili storie di Sydney Sibilia


Non è potuto sbarcare a Tavolara perché aveva prenotato la propria dose di vaccino a Salerno. Ma Sydney Sibilia è stato sull’isola, per presentare al Festival del cinema Una notte in Italia il suo film, l’acclamato L’incredibile storia dell’Isola delle Rose, più che virtualmente: grazie a una videochiamata con Geppi Cucciari, presentatrice del festival, ha potuto salutare il suo pubblico. «Devo essere sincero, ho un po’ rosicato perché dopo tutti questi anni avevo voglia di tornare a Tavolara, respirare cinema. L’ultima volta, che era stata anche la prima, sette anni fa con Smetto quando voglio, mi ero trovato benissimo. Questa volta ne sentivo proprio la necessità, stare vicino ai colleghi, mi manca proprio questo tipo di rapporto. Poi a Tavolara è stata proiettata una versione del film praticamente inedita, visto che è quella che era destinata alle sale prima del lockdown. L’altra è quella che è andata su Netflix» racconta Sibilia. Sette anni senza vedere Tavolara possono essere un tempo lunghissimo. Soprattutto se dopo aver presentato al festival il tuo film d’esordio, con l’incredibile successo di Smetto quando voglio, non vedi l’ora di replicare con la grande conferma de L’incredibile storia dell’isola delle Rose. Sydney Sibilia, regista, sceneggiatore, produttore, uno degli elementi di punta della nuova generazione, ha raccontato la storia della piattaforma artificiale creata dall\'ingegnere Giorgio Rosa, divenuta micronazione il primo maggio 1968 e demolita nel febbraio del 1969. Una evoluzione palese in un autore e regista che ha voluto cambiare totalmente genere. Se nel primo film raccontava, nella sceneggiatura scritta con Valerio Attanasio, la storia di un gruppo di brillanti ricercatori universitari che tentano di uscire dall\'impasse lavorativa ed esistenziale della precarietà cronica, producendo e spacciando smart drugs, nel suo nuovo film segue un percorso diverso, più maturo. «La genesi è stata un po’ casuale, io generalmente cerco di captare delle storie che possano essere congeniali al mio modo di raccontare. Mi sono quindi imbattuto per caso in questa storia, su cui ho lavorato per due anni e mezzo. Solo dopo che ho conosciuto il vero Giorgio Rosa, però, ho capito cosa volessi raccontare» spiega. «Non mi piace replicare, i film devono essere diversi, ma allo stesso tempo non ho pianificato nulla. Mi piace sempre essere sincero nei confronti del pubblico, girare e scegliere le storie a me più congeniali. Posso dire che grazie a Netflix, che ha prodotto il film, ho potuto alzare il livello di spettacolarità, d’altronde loro applicano il sistema americano, che ci concede grandi opportunità a livello produttivo».


Giandomenico Mele


Credits



  • Ph profilo Instagram di Sydney Sibilia




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