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6 Agosto 2019

Le prelibate cozze di Olbia prendono tutti per la gola


Il tesoro olbiese si scopre quando si sorvola il golfo o quando si arriva in città a bordo di una nave. Le boe colorate che punteggiano il mare sono il simbolo più evidente di una produzione che da queste parti significa storia e tradizione. Le cozze prima di tutto, ma anche arselle, ostriche, tartufi, bocconi e cannolicchi: sei prelibati molluschi che, grazie ai perfetti equilibri del golfo di Olbia, da quasi cento anni rappresentano una importante fetta dell’economia locale.



Prodotti d’eccellenza che vantano caratteristiche senza eguali. «Le nostre cozze sono diverse, uniche e sarde. E questo perché hanno una sapidità che non si trova da nessuna altra parte. Stiamo comunque parlando di un prodotto di ultra-nicchia. Infatti non ci preoccupiamo di fare grandi numeri, visto che le dimensioni sono determinate dalla natura e di certo noi non possiamo andare oltre gli spazi del golfo. La nostra missione è invece quella di puntare sulla qualità e sull’unicità» spiega Raffaele Bigi, il presidente del Consorzio dei molluschicoltori che mette insieme tutte le cooperative che operano nel golfo di Olbia.



Aziende che da tempo hanno avviato una comune strategia di promozione e valorizzazione con l’obiettivo di ampliare gli orizzonti di una storia che nel 2020 festeggerà i primi cento anni di vita. Anche per questo i molluschi olbiesi adesso possono contare su una nuova e prestigiosa vetrina: l’Insula Sardinia Village di Porto Cervo, cioè l’unità promozionale della piattaforma Insula, il network creato dal Cipnes con l’obiettivo di valorizzare al meglio le filiere produttive della Sardegna. Un progetto al quale hanno aderito diverse cooperative che fanno parte del Consorzio olbiese. Nella Marina di Porto Cervo, nel cuore della Costa Smeralda, i molluschicoltori propongono sfiziosi assaggi e azzeccati abbinamenti. Insieme ad altri prodotti made in Sardegna vanno anche a comporre gli ottimi piatti realizzati all’interno del villaggio del gusto.



Una storia lunga 100 anni


È una storia lunga e affascinante. Era appena terminata la Prima guerra mondiale quando alcuni pionieri della mitilicoltura scoprirono che il golfo di Olbia, una stretta e riparata insenatura frequentata dall’uomo fin dall’antichità, aveva tutte le carte in regola per diventare il luogo ideale dove allevare i molluschi, a cominciare dalle cozze.



La prima concessione fu rilasciata 99 anni fa, il 15 dicembre del 1920. Oggi le cooperative che fanno parte del Consorzio dei molluschicoltori sono in tutto 18. Durante la stagione estiva il numero dei lavoratori impiegati in mare, negli stabulari e nei centri di spedizione tocca quota 300.



Il grosso delle attività è dedicato all’allevamento delle cozze, per una produzione totale pari a 40mila quintali l’anno. Il 50% del prodotto è esportato al di là dei confini regionali.



«E non dobbiamo sottovalutare l’intero indotto generato dalla nostra attività. Basti pensare che, solo nel nord della Sardegna, sono in 600 a lavorare i nostri prodotti, tra punti vendita e ristoranti» sottolinea il presidente del Consorzio Raffaele Bigi.


Le coop, che dalla Regione Sardegna hanno ricevuto in concessione un’area di 150 ettari, si stanno però concentrando con maggiore energia anche sulla raccolta e sull’allevamento di altri molluschi che da sempre sono alla base della cucina locale legata al mare: arselle, ostriche, bocconi, cannolicchi e tartufi. Da poche settimane si sta invece lavorando per la classificazione di un settimo mollusco presente nel golfo: il lupino di mare.


Dario Budroni

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