Le sfide di One Ocean Foundation ripartono dai ragazzi delle scuole
Il mare comincia ovunque ci troviamo. Al di là dei confini geografici e fisici. Perfino in città come Milano, a centinaia di chilometri dalle coste, una semplice pioggia può essere stata innescata dalle grandi perturbazioni che si generano negli oceani. E questa consapevolezza di interconnessione ci porta a capire quanto sia importante conoscere e tutelare i nostri mari. Il messaggio è stato lanciato forte e chiaro, nel corso di un evento organizzato da One Ocean Foundation il 22 novembre, ai ragazzi delle scuole superiori di Milano. Trecentoventi studenti, infatti, hanno avuto la possibilità, nel bellissimo contesto del Piccolo Teatro Strehler, di confrontarsi con scienziati, attivisti, velisti e sportivi del mare di fama mondiale come Max Sirena skipper di Luna Rossa, Mauro Pelaschier, come gli apneisti Davide Carrera e Chiara Obino, ma anche come il surfista più volte campione italiano e internazionale Roberto D’Amico. One Ocean Summit Young, questo è il nome dell’iniziativa, è stato un successo ed è solo l’ultimo in ordine di tempo dei tanti progetti realizzati da One Ocean Foundation in questi anni. “Sono molto soddisfatto di come è andato l’evento -ha dichiarato Riccardo Bonadeo, vice presidente di One Ocean Foundation- Avevamo avuto l’adesione di più di 1500 studenti e non è stato, purtroppo, possibile accontentarli tutti anche per il dovuto rispetto del norme anti Covid. Però vorremmo ripetere l’iniziativa sia in Lombardia che in Veneto, a Venezia, città che è candidata a diventare la capitale mondiale della sostenibilità e delle città verdi. Per noi il filone educativo è uno dei pilastri della nostra Fondazione -ha proseguito poi Bonadeo- perché se vogliamo che veramente ci sia un cambio nell’attenzione ai problemi della sostenibilità oceanica dobbiamo rivolgerci al loro: le nuove generazioni. Abbiamo trovato degli ottimi alleati in questo senso, come ad esempio il movimento Fridays for Future e l’attivista Giorgio Brizio.
Loro si occupano dei grandi problemi del climate change, noi di altre questioni legate alla tutela del mare ed entrambe le cose sono estremamente interconnesse, per questo vorremmo collaborare con loro per diffondere sempre di più la consapevolezza che se aspettiamo ancora un po’ arriveremo ben presto al punto di non ritorno”.
Il summit di fine novembre ha, poi, lanciato agli studenti una sfida: la One Ocean Young Challenge, alla ricerca di idee sempre più fresche e innovative per la tutela del mare. Proseguiranno, poi, tutte le altre attività della fondazione come la ricerca scientifica per la produzione di report, lo studio sui cetacei, l’implementazione dei codici etici inseriti nella Charta Smeralda e molto altro. “Un altro pilastro della fondazione è la Blue Economy -ha concluso il vicepresidente Bonadeo-. Fin dall’inizio ci siamo dotati di un comitato scientifico che ci assistesse in tutte quelle che sono le azioni di penetrazione nei confronti delle grandi aziende per sensibilizzarle ai problemi dell’inquinamento marino. E per la prima volta, nel mese di settembre, abbiamo presentato alla Borsa di Milano un nostro ambizioso progetto. Stiamo, infatti, elaborando un algoritmo per la valutazione delle aziende e che restituirà un ranking di quelle attività più virtuose nell’attuazione delle politiche di sostenibilità”.
Davide Mosca