Le tensioni concettuali di Paolo Spano
Venerdì 10 febbraio, presso il Community Hub di Via Perugia, 3 nel quartiere Poltu Quadu a Olbia, è stata inaugurata la mostra Colpo d’occhio, personale fotografica dell’olbiese Paolo Spano. Dietro la direzione artistica di Daniela Cittadini, leader del MAD Movimento Arte e Design, prende corso un evento che radica al territorio l’idea controversa che sta nella fotografia. Con riflessioni sul limite intrinseco di quest’arte - quello di non poter essere separata dalla realtà - questa e altre tecniche attraversano il MAD, un collettivo di artisti internazionali che genera risonanze anche nel fervido underground dell’isola, investendo Italia ed estero.
L’edificazione per immagini di Paolo Spano è stata così dettagliata dal filosofo e critico d’arte Luca Gatta: “La fotografia di Paolo Spano si presenta all’apparenza figlia di dettami situazionisti, ma in realtà si esprime unicamente nell’attimo e nell’intuizione estetica, veicolando al contempo evidenti messaggi etici propri dell’artista. È in effetti una poetica che si appoggia ad una evidente classicità ermeneutica e ad una dialettica che sembra congiungere, tendenzialmente, il concetto del Bello al Buono.”
Per Daniela Cittadini, che da anni opera nel segmento e sa bene quanto l’arte risulti sempre sfuggire ad una piena comprensione razionale, l’idea di accogliere tra le pareti del Comunity Hub un autore del quartiere nascosto di Olbia, Poltu Quadu, è una straordinaria prova di quelle sincronicità che attraversano il suo lavoro di recluta di talenti: «Sono convinta da tempo della vivacità intellettuale di un tessuto sociale che in Sardegna continua a gettare germogli».
E in questa prima personale aperta al pubblico, con accesso gratuito tutti i giorni dal lunedì al venerdì dalle 09.00 alle 18.00 con apertura straordinaria sabato 18 dalle 8.30 alle 13.30, si susseguono gli scatti in bianco e nero che vibrano di un’urgenza tutta particolare: quella di un autore, poco più che trentenne, messo in posa dal mondo reale. E che, dichiarando di avere una debolezza per la filosofia poetica che esprime la fotografia di Franco Fontana, spera di poterlo incontrare di persona.
“Nella tecnica finora brillantemente acquisita - Prosegue Gatta in @artext_ita - si avverte comunque una volontà non comune, qualcosa che deve condurre necessariamente il Soggetto a scrutare, fino ai limiti delle sue possibilità, nel mistero noumenico dell’Oggetto; sino ad esporre dialetticamente la sua visione dell’ArteArte non è mai una questione semplice; questa è forse l’unica qualità apodittica ed universale della “cosa artistica”. Esprimersi attraverso fenomeni estetici non significa ritrovare la purezza kantiana dei concetti; non è esprimersi per pura logica, è bensì attingere all’energia primordiale della vita le cui porte d’accesso privilegiate, prima dell’Intelletto, risultano essere i nostri Sensi. Non resta pertanto che godere dell’arte come esperienza augurandoci di vedere sempre più spesso esposizioni come questa, al fine di poter apprendere qualcosa di più attraverso gli occhi e la sensibilità altrui.”
In uno scatto di scatti, è a colpo d’occhio che misuriamo, intercettandola, l’intera esistenza.
Anna Maria Turra