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Di fronte ai tuoi occhi
9 Marzo 2022

Di fronte ai tuoi occhi


Si intitola “Di fronte ai tuoi occhi” la mostra retrospettiva di Liliana Cano al Museo Nivola, a cura di Giuliana Altea, Antonella Camarda e Luca Cheri dal 27 febbraio al 3 aprile.


Liliana Cano, che nasce a Gorizia nel 1920 e muore a Sassari 2021, considerava la pittura “la memoria più facile. Lo scritto bisogna leggerlo. Bisogna avere il desiderio di conoscere la storia. Invece la pittura si mette di fronte ai tuoi occhi e ti ricorda tutto nello stesso momento in cui la guardi.”


Tributo a una figura anticonvenzionale, indisciplinata e irruenta, capace di parlare al pubblico con un linguaggio anti elitario, immediato e diretto questa mostra svela la pittrice e la donna che ha segnato con il suo lavoro ottant’anni di vita artistica in Sardegna. Liliana Cano, molto amata, ha fatto della pittura una ragione di vita in un contesto storico in cui una simile scelta era per una donna tutt’altro che percorribile.



La mostra non presenta al pubblico una ricostruzione complessiva della lunga carriera dell’artista, ma propone una chiave di lettura utile per comprendere il senso di un lavoro che nella sua voluta semplicità può rischiare, come è talvolta accaduto, di essere visto superficialmente. Al centro dell’opera di Liliana Cano è l’idea di una femminilità non remissiva né quieta. affermativa e orgogliosamente cosciente di se stessa.


La figura femminile è protagonista del suo lavoro: la troviamo nei molti ritratti tra gli anni Sessanta e gli ottanta: sono spaccati vibranti in grado di registrare mode e tic sociali, come nelle eroine del mito classico, le cui favole sono evocate come metafore di sentimenti ed emozioni universali.


Dipinti come La domatrice, le Gitane, ma anche l’Assunta, la cui aggressività formale di sapore pop e la sfacciata violenza cromatica bordeggiano consapevolmente il Kitsch, potrebbero essere assunti come simboli della sua visione dell’arte.


La mostra si articola in cinque sezioni tematiche: il ritratto, in cui lo sguardo dell’artista si colora di una sfumatura più intima e privata che attinge tra i ritratti di famiglia; la socialità, con le scene corali di persone riunite in momenti conviviali, di svago o in manifestazioni di piazza; il mito, in cui cultura classica e fascinazione per il Mediterraneo emergono in maniera impattante; la natura morta, tema meno frequente nella sua produzione eppure davvero interessante e infine il paesaggio, tratteggiato di suggestioni in cui il panico abita la tela.



Nata a Gorizia da genitori sardi, padre ingegnere e madre maestra e pittrice dilettante, Liliana Cano durante l’infanzia segue la famiglia nei vari spostamenti lungo tutta la Penisola. Il nonno è lo scultore Attilio Nigro e, dopo la fine della guerra la pittrice, compiuti gli studi all’Accademia Albertina di Torino, si stabilirà con i genitori a Sassari. Qui inizia ad insegnare disegno ed entrando in contatto con l’ambiente artistico sardo, nel 1950 avvia l’attività espositiva. Lascia la Sardegna nel ’78 per trasferirsi prima a Barcellona, quindi, per diciotto anni, in Francia, risiedendo in diverse città della Provenza, fino al suo ritorno a Sassari nel 1996.


La progettazione e l’allestimento della mostra, affidati ad Alessandro Floris, per la realizzazione di Artigianato e Design, vedono la movimentazione opere di Tiemme e le assicurazioni per la Kuhn & Bülow Versicherungsmakler GmbH.


Il Museo Nivola di Orani, che possiede una collezione permanente di circa trecento sculture, dipinti e disegni di Costantino Nivola, organizzando mostre temporanee incentrate in prevalenza sul rapporto fra arte, architettura e paesaggio, in questa prima retrospettiva individua in Liliana Cano l’artista che attraverso la figurazione ha esaltato la forza di una pittura dalle immagini dall’intensa carica emotiva.



Anna Maria Turra


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