Linee di paesaggio, i vincitori della terza edizione
L’ambiente è un sistema complesso di legami che persistono ancora oggi con i suoi colori intensi e sfumati. Quando si pensa alla natura viene subito in mente l’identità di un territorio. Un concetto mai statico ma che è in continuo divenire insieme alla cultura e all’individuo stesso. Perché se c’è una cosa che si impara crescendo è che ognuno sviluppa il proprio sguardo sul mondo. Come più volte ha dimostrato Linee di paesaggio, organizzato dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Cagliari e Oristano con il sostegno della Fondazione di Sardegna e la Fondazione Sardegna Film Commission. L’evento, giunto alla sua terza edizione, si rivolge alle persone che vogliono alimentare la propria creatività, rafforzando il senso d’appartenenza al proprio territorio.
Linee di paesaggio, i dettagli
In questa edizione sono arrivate un centinaio di proposte suddivise in quattro categorie precise: fotografia, narrativa/poesia, sceneggiatura. Progetti che possiedono un filo rosso comune essendo il riferimento al territorio la costante dei loro racconti. È questo, infatti, l’intento di Linee di paesaggio che non vuole rinunciare a questo spazio che in questi ultimi mesi si è sempre più allontanato dai nostri occhi, fino a risultare addirittura inaccessibile.
La giura per l’occasione è composta dalla Soprintendente Monica Stochino, la Direttrice artistica Maura Picciau, dalla poetessa Azzurra D\'Agostino, dalla fotografa Daniela Zedda e dalla Direttrice della Sardegna Film Commission Nevina Satta. Un gruppo che nel valutare i lavori ha sottolineato l’importanza della condivisione di quella che è la visione del proprio mondo.
«Pur in un anno di grandi difficoltà e disorientamento – affermano la Soprintendente Monica Stochino e la Direttrice artistica Maura Picciau -, abbiamo il compiacimento per tanti giovani talenti dalla misura classica che anche questa volta sono emersi nelle varie sezioni. Il nostro Premio si conferma come un luogo di speranza e partecipazione sul tema, quello del paesaggio, che è sempre di più nella consapevolezza di tutti uno dei principali soggetti delle nostre esistenze».
Per la poetessa Azzurra D’Agostino le opere presentate hanno mostrato «come la parola, la poesia, il potere del raccontare storie, sia sempre e di nuovo il nostro modo di trasformare la realtà fuori di noi da semplice sfondo a paesaggio, interiore ed esteriore. Paesaggio di cui noi siamo parte e non semplici spettatori»
I premiati
Per la narrativa il primo premio è andato a Francesca Brancaccio per “Mai come prima”, seguito dal secondo posto andato a Giorgio Cattano per “Ritorno al paesaggio”, e dal terzo a Beniamino Maria Rosa per “Un miracolo”.
Per la sezione dedicata alla fotografia il primo classificato è Dana De Luca per “Senza titolo”, mentre Marta Vitale (per “Partenze attese”), e Mauro Zorer (per “Cicatrici”) hanno ottenuto rispettivamente il secondo e il terzo posto. In più c’è stata una menzione speciale consegnata a Jacopo Rimedio per “Cicatrici”, sottolineando quanto la concorrenza sia stata piuttosto agguerrita durante Linee di paesaggio.
Per la sezione poesia il primo posto se l’è aggiudicato Mauro Barbetti per “A Livorno l’acqua”, seguito da Claudio Beorchia per “Le macchine passare” (secondo posto) e Paolo Borsoni per “Inceneritore” (terzo posto). Ultima, ma non per importanza, è la sceneggiatura dove si è scelto di non assegnare il primo premio. Ma non per questo bisogna sminuire il lavoro svolto dalla coppia Francesco Rubattu e Roberta Palmieri per “Pische siluru”, vincitore del secondo premio, e di Domenico Davide Angiuli per “Cenere”, sull’ultimo gradino del podio.
Riccardo Lo Re