Maria Lai, oltre il tempo e l’orizzonte
Da qualche anno è entrata, con pieno diritto, nell’olimpo delle più importanti e influenti figure dell’arte contemporanea italiana del Novecento. Legata alla Sardegna dalla nascita e dalle ispirazioni che traeva per la sua arte, ma universale nella composizione delle opere che hanno conquistato l’apprezzamento di critici d’arte, collezionisti e appassionati di tutto il mondo, Maria Lai, nata a Ulassai nel 1919 e scomparsa a Cardedu nel 2013, era un’artista visionaria che guardava oltre il tempo e l’orizzonte, consegnando al futuro opere intrise di significati e poesia.
La sua eredità artistica è custodita, promossa e tutelata dalla nipote, Maria Sofia Pisu, presidente dell’archivio Maria Lai che ha sede presso il Museo Diocesano di Lanusei, ma è operativo a Cardedu, sempre nell’Ogliastra, dove si trova la casa dell’artista.
«L’archivio ha il compito di aggiornare e realizzare il catalogo regionale delle opere dell’artista, il che è molto difficile perché ha prodotto tantissimo e donato moltissimo ad amici e a chiunque le stava vicino. Per questo dobbiamo recuperare almeno “visivamente” le produzioni che non sono catalogate, per cercare di ricostruire tutto il suo percorso creativo dagli anni Quaranta fino al 2011. Ad affiancare l’azione dell’archivio anche la Fondazione Maria Lai, che supporta l’archivio nella salvaguardia e nella promozione dell’arte di Maria. Sono due istituzioni che lavorano in preziosa sinergia» spiega Maria Sofia Pisu.
Per comprendere al meglio la filosofia che sosteneva il genio artistico di Maria Lai, è possibile visitare la Stazione dell’Arte, il museo di Ulassai, che custodisce al suo interno circa centosettanta opere che l’artista aveva scelto per raccontare il suo percorso. Dai telai fino alle grandi geografie, dai libri cuciti alle sculture. Dal 26 giugno scorso è stata pure inaugurata la mostra permanente Fame d’Infinito che soddisferà in pieno, grazie ad utili esperienze multisensoriali, tutte le curiosità dei visitatori.
Davide Mosca