«Vi racconto la storia di Arzachena»
La mostra sulle memorie arzachenesi sta avendo un tale successo che potrebbe essere prorogata. «L’idea era di chiudere a ottobre, ma dato il riscontro anche da parte dei turisti», spiega Mario Sotgiu, ideatore di Fate conto che io al mondo non ci sia più, «l’amministrazione comunale ci ha chiesto di prolungarla fino a Natale».
L’esposizione, inaugurata il 10 agosto nella chiesa di San Pietro ad Arzachena, «nasce dalla straordinaria raccolta di documenti del mio amico Emanuele Tecleme, raccolta che ispira, peraltro, il nostro piccolo museo, messo su con Emanuele e un altro amico, Gian Piero Farena», racconta Sotgiu, figlio di Bastiano, il celebre geometra, scomparso l’anno scorso, che collaborò con Karim Aga Khan alla nascita della Costa Smeralda, e curatore del museo La Scatola del Tempo. «Il titolo della mostra nasce dalla lettera che il nonno di Emanuele, che si chiamava come lui, scrisse alla famiglia dalla trincea durante la Prima Guerra Mondiale, mentre intorno a lui altri arzachenesi morivano al fronte. Poi la guerra finì, e lui si salvò, ma quella lettera è un pezzo della nostra storia». Quella che Sotgiu e suoi sodali aspirano a divulgare. «Quella di una realtà sorta intorno all’antica borgata di Santa Maria, povera e dipendente da Tempio finché i fratelli Ruzittu, Salvatore e Michele, non presero la situazione in mano per ottenere l’autonomia nel 1920, anche se il primo consiglio comunale si insediò solo nel 1922, ed è per questo che il centenario lo festeggiamo il prossimo anno», aggiunge Sotgiu. Che in conclusione svela: «Il sogno è una mostra sulla Costa Smeralda, un’operazione di cui gli abitanti della zona hanno beneficiato moltissimo: se mio padre, che era emigrato a Torino per lavorare, è potuto tornare e restare ad Arzachena lo deve all’Aga Khan».
Ilenia Giagnoni