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Mauro Pelaschier

text Matteo Parigi Bini

18 Luglio 2024

Mauro Pelaschier, leggenda della vela italiana

Il nostro incontro con il grande velista italiano, socio onorario dello Yacht Club Costa Smeralda

Mauro Pelaschier ha fatto la storia della vela italiana. È socio onorario dello Yacht Club Costa Smeralda con cui collabora da decenni: come dimenticare Azzurra nel 1983, prima barca italiana a partecipare all’America’s Cup grazie a un equipaggio tutto tricolore, capitanato da Cino Ricci, con lui timone, il sostegno dell’Aga Khan e di Gianni Agnelli. Un’impresa lanciata proprio dallo Yacht Club Costa Smeralda, che oggi – tramite il progetto Young Azzurra – supporta le nuove leve con risultati eccezionali (come Federico Alan Pilloni e Cesare Barabino, velisti in corsa per le Olimpiadi di Parigi 2024); stessa mission condivisa dal leggendario skipper di Monfalcone che in duo con Yacht Club Italiano quest’anno, sfidando onde di tre metri, si è piazzato terzo alla Loro Piana Giraglia con un giovane equipaggio (il più vecchio era un 25enne) e sempre lui al timone della Elo II. Mai pago dei giovani, è ambasciatore di One Ocean Foundation, realtà non profit italiana impegnata nella tutela dell’oceano, per la quale si batte attraverso l’educazione green tra i bambini delle scuole per migliorare la salute del mare.

Come è nata la sua indimenticabile avventura con Azzurra?

Fui contattato da Cino Ricci nel 1981 che si trovava a Boston. Avevo già vinto diversi titoli italiani e partecipato a due Olimpiadi con il Finn. Mi voleva nel progetto e ne fui entusiasta. Dopo una settimana, ero in America a navigare con l’Enterprise. Passammo l’inverno a Porto Cervo, più che ad allenarci, a creare lo spirito di gruppo… Ricordo che andavamo a raccogliere gli scarti di legno delle ville in costruzione per bruciarli nel camino. Che bistecche!

L'impresa storica di Azzurra è partita dallo Yacht Club Costa Smeralda (ph. Marka/UIG/Mondadori Portfolio)

Il successo di Azzurra fu uno spartiacque, perché la vela da quel momento diventò di dominio pubblico in Italia…

Non c’è dubbio che il merito sia stato nostro, ma fu anche la prima vera avventura velica raccontata da tutti i media. In un’epoca in cui ancora la televisione non copriva gli eventi sportivi in maniera imponente e a trent’anni della nascita dei social, Gianni Agnelli fece in modo di avere sempre al nostro seguito i migliori giornalisti del mondo.

Il consorzio messo insieme dall’Avvocato e dall’Aga Khan fu un elemento chiave al successo dell’impresa, che rapporto avevate con loro?

L’Aga Khan fu fondamentale alla credibilità e alla autorevolezza dell’equipaggio e dell’impresa. Gianni Agnelli era un grande motore, curioso e appassionato, arrivava a Porto Cervo in elicottero da Roma all’ora di pranzo (al tempo era Senatore), si lanciava in acqua e noi lo recuperavamo a bordo.

Mauro Pelaschier

Del suo impegno con One Ocean Foundation?

è un gioco difficile occuparsi della salute del mare e del Pianeta, tutto costa, tutto vuole impegno. Ma dobbiamo iniziare a fare qualcosa… Anche nel nostro piccolo, da una qualsiasi parte. Per esempio, dal limitarci nell’uso smodato dei contenitori di plastica. Parlo di questo quando vado nelle scuole. I bambini lo capiscono meglio degli adulti.

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