Monte d’Accoddi, un altare sul mare
Stupore e meraviglia. Sono le sensazioni che si provano una volta arrivati davanti al Monte d’Accoddi, vicino a Sassari. Lo stupore è presto detto. Di fronte a un territorio senza particolari dislivelli, l’impatto di vedere un monumento appoggiato su una immensa collina è immediato. La meraviglia è la sua diretta conseguenza. Per come è stata costruita, la sua forma sembra davvero incastrarsi con l’ambiente. Come se la natura avesse avuto la grande idea di ergere questo grande complesso architettonico. Solo dalle immagini dall’alto l’impronta dell’uomo si manifesta con delle geometrie che appartengono alla cultura pre-nuragica.
La scoperta del monte di pietra
Prima degli scavi, il Monte d’Accoddi aveva il volto di un grande colle. Lo stesso termine arcaico kodi (che significa pietra) andava a marcare la sua identità originaria, un’area in prevalenza rocciosa. Ma solo negli ultimi anni furono ritrovati i resti di un tempio che ha finalmente mostrato la sua vera natura. Il merito va ricondotto agli archeologi Ercole Contu e Santo Tinè, che riportarono in vita il tempio che ricorda le fattezze degli antichi ziqqurat della Mesopotamia. Il motivo è dovuto alla sua struttura piramidale che ricorda i grandi templi del Vicino Oriente. Un aspetto che rende il Monte d’Accoddi davvero unico.
In Europa non esistono monumenti che abbiano questa specifica strutturazione, motivo per cui si sono alimentate leggende sulla sua realizzazione. Una di queste, sostiene che fu un principe-sacerdote, arrivato in Sardegna, a creare questo tempio che doveva unire il cielo (e le sue divinità) con la terra.
Dal Tempio rosso a gradoni
Al di là dei miti, è la storia a essere impressa sulle mura del Monte d’Accoddi. Che è iniziata a partire dal IV millennio a.C. Durante l’età del bronzo furono istituiti i primi villaggi che facevano parte della cosiddetta cultura di Ozieri. Alle abitazioni furono poi aggiunte delle domus de janas (le tombe sotterranee appartenenti alla cultura nuragica), un menhir e un santuario per il culto e le cerimonie religiose.
Dal III millennio in poi, il Monte d’Accoddi subì diversi cambiamenti. Il primo fu la costruzione di una struttura a piramide tronca. Lì sopra, l’uomo decise di costituire il Tempio rosso, per via della sua tonalità color ocra. L’opera, abbandonata qualche secolo fu tardi, fu ricoperta e sostituita da un secondo grande tempio. In questo caso, a gradoni. È qui che comincia ad affacciarsi quello stile orientale che è tipico degli ziqqurat. L’enorme gradone di 40 metri di lunghezza che porta verso il santuario con l’altare, dove avveniva il rito che simboleggiava il contatto tra l’uomo e gli Dei. Questo ruolo rimase tale per una buona parte dell’età del bronzo, fino al 1800 a.C, quando la funzione religiosa fu relegata alla sola sepoltura.
Info utili
Per raggiungere Sassari, da Porto Cervo si prende la strada provinciale 59, 94 e 73 per raggiungere la Strada Maggiore Pietro Bonacossa. Una volta a Berchidda, si prende la Strada Statale 729, proseguendo fino al bivio per Sassari. Continua su Circonvallazione Variante del Mascari, fino alla destinazione.
Riccardo Lo Re
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