Mont’e Prama, cominciato l’inventario di migliaia di frammenti
Ci sono migliaia di frammenti che possono raccontare pezzi di storia dell’umanità che, al di là di quello che si pensi, è ancora un mondo inesplorato. Per questo sono cominciate in questi giorni, nella sede del Centro di Restauro e Conservazione della Soprintendenza di Sassari, le operazioni di riapertura delle casse che contengono i reperti delle sculture di Mont’e Prama di Cabras. Un sito in continua evoluzione come dimostra il progetto di restauro del 2014 che aveva consentito a quarantaquattro sculture di avere una nuova vita. Ora sono esposte tra il Museo civico Giovanni Marongiu di Cabras e quello Archeologico Nazionale di Cagliari. E non è ancora finita, dato che ci sono ancora molte strade da percorrere.
La prima ha portato dritto verso questi contenitori che conservano ancora migliaia di frammenti di storia di Mont’e Prama. Degli oltre cinquemila ritrovati negli scavi degli anni Settanta, ne sono stati assemblati meno di duemila. Gli altri reperti sono stati invece posizionati in ventiquattro grandi casse aspettando il momento giusto per proseguire con i restauri.
L’attesa è finalmente terminata con l’accordo tra il Ministero della Cultura e la Fondazione Mont’e Prama. Il progetto, curato dalla Fondazione con la Soprintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio, ha trovato l’appoggio del Segretariato Regionale e della Soprintendenza di Sassari e Nuoro. Con questa intesa si potrà creare di un inventario davvero articolato. Uno strumento utile per le nuove future attività di restauro grazie alle quali si potrà nuovamente ampliare l’esposizione al museo di Cabras.
«Si tratta di un evento eccezionale, che dà avvio a una seconda grande fase di scoperta e restauro – ha affermato entusiasta il presidente Anthony Muroni –. Ciò che conosciamo su Mont’e Prama è ancora solo una parte dell’intero complesso scultoreo, destinato a crescere e a risuonare per importanza. Con questo accordo tra le parti si incrementerà l’esposizione dei reperti, rinnovando l’interesse per il Parco Archeologico del Sinis e attirando a Cabras un numero di visitatori sempre in crescita».
Riccardo Lo Re