Moto E – al via il motomondiale che punta sull’elettrico
Per chi non segue le gare di motociclismo questa nuova evoluzione su due ruote, la FIM Enel Moto E ™, è passata leggermente sottobanco. Probabilmente è il pregiudizio verso questa nuova classe e il suo stridio elettrico ad aver influito su una gara che, nonostante la durata per ora troppo breve, ha comunque regalato dei sorpassi che solo il motomondiale sa offrire.
Di certo non si può dire lo stesso se si considera lo spazio che la Formula E ha avuto in questi primi anni di vita. Vedere delle auto sfrecciare per le strade cittadine di Roma è comunque qualcosa di sbalorditivo per i cittadini della capitale, che può dire di aver finalmente un piccolo gran premio sotto casa, come i residenti della storica gara di Montecarlo.
Le case automobilistiche del resto stanno già investendo gran parte dei propri fondi nella creazione di auto ibride ed elettriche, ed è quindi interessante osservare che anche le grandi competizioni sportive iridate stanno andando in quella direzione, seppur con categorie specifiche. Nel lato motociclistico, gli organizzatori FIM e Dorna si sono decisi di creare una nuova categoria che andrà quindi ad unirsi a quelle di Moto 3, Moto 2 e la classe regina della Moto GP.
In verità la tappa del Sachsenring (5 - 7 luglio), il tracciato tedesco che da tempo ospita il motomondiale, sarebbe stata la terza del campionato di Moto E, se non ci fosse stato quel grave incendio (Dorna parla di un cortocircuito) a Jerez de la Frontera che ha praticamente distrutto le Energica Ego Corsa, dotate di motore sincrono a magneti permanenti raffreddato ad olio di 120kW di potenza che può raggiungere i 100 km/h in meno di 2.8 secondi e una velocità massima di 270 km/h.
© Energetica Motor Company
L’incidente ha portato dei cambiamenti drastici nel calendario, costringendo non solo alla cancellazione delle tappe di Jerez e di Le Mans, ma anche di accorpare le sfide in alcuni circuiti che prevedranno una struttura simile alla Superbike, con due gare previste a Misano (13 – 15 settembre) e Valencia (15 – 17 novembre). Il gran premio d’Austria (Red Bull Ring, 9 – 11 agosto) rimarrà invece invariato.
Prima di arrivare al Sachsenring, c’è stata nei giorni scorsi una simulazione di gara che si è tenuta proprio in uno dei circuiti in cui prenderà parte la Moto E. Al Ricardo Tormo di Valencia i piloti hanno avuto modo di sperimentare questo nuovo modello Energetica, salendo in sella per le prove libere e per le qualifiche, che si chiameranno E-Pole.
La procedura si discosta molto da quella vista negli ultimi gran premi di Moto GP. Non c’è la suddivisione in Q1 e Q2, generate dalla combinazione dei tempi ottenuti nelle prove libere.
I piloti devono infatti entrare uno per volta in pista avendo a disposizione tre giri, quello di riscaldamento, quello per il miglior tempo e quello per rientrare ai box.
L’ordine di uscita delle moto dipenderà dai tempi raggiunti nelle prove, con il pilota ad aver ottenuto il tempo più lento a entrare per primo nel circuito. In queste gare, della durata di 10 giri, rivedremo infine dei piloti del passato e del presente. Tra questi, lo spagnolo Sete Gibernau, conosciuto per le sportellate con Valentino Rossi essendo stato uno dei suoi avversari più tosti, il sammarinese Alex De Angelis, il britannico e collaudatore dell’Aprilia Bradley Smith e il francese Randy De Puniet, che dopo aver testato la Suzuki prima del suo nuovo debutto nelle corse nel 2015, ha deciso di rimettere il casco per una nuova sfida. Gli occhi saranno comunque puntati sulla giovane María Herrera, già vista nel campionato di Moto 3 e militante da quest’anno nel campionato mondiale Supersport.
© Energetica Motor Company
Non sono mancati gli imprevisti durante la prima tappa del mondiale Moto E, a cominciare dalla durata stessa della gara. Come si è scritto in precedenza, il regolamento ha fissato il termine del Gran Premio a 10 giri, ma la pista, leggermente bagnata, ha costretto l’organizzazione a ridurla a 7 giri visto che la batteria ancora non ha un’autonomia sufficiente per garantire ai piloti di finire la corsa, che, per la condizione dell’asfalto, ha subìto inevitabilmente un aumento dei tempi. Il primo match della storia è terminato infine con due giri di anticipo a seguito della pesante caduta del pilota Lorenzo Savadori. I commissari, vedendo l’impatto della moto sugli airbag di sicurezza posizionati sulle vie di fuga del circuito, hanno optato per la bandiera rossa essendoci la probabilità che questo andasse a fuoco, mettendo a rischio della corsa, conclusosi con la vittoria meritata del giovane Niki Tuuli del team Ajo Motorsport.
Riccardo Lo Re