Musica, se ne va il grande Franco Cerri. Aveva suonato anche a Porto Cervo
Se ne va una delle leggende del jazz italiano. A 95 anni, dopo oltre 70 anni di concerti da protagonista indiscusso, si è spento Franco Cerri, uno dei capiscuola indiscussi del jazz tricolore e chiamato, proprio per questa sua grandezza, nel celebre spot del Bio Presto e spesso ricordato dal pubblico meno avvezzo alle partiture come l’uomo in ammollo. Una vita all’insegna della gentilezza e delle sette note che, con la sua chitarra, trattava con maestria assoluta: il suo stile era ammirato da tutti i più grandi jazzisti internazionali dal secondo dopoguerra fino alle ultime performance proposte anche dopo il novantesimo compleanno.
Lo sapevano bene i tanti galluresi suoi fan che lo avevano ascoltato in alcune sue meravigliose esibizioni a Porto Cervo e Porto Rotondo. Chi ha conosciuto il grande virtuoso ricorderà sempre il suo aplomb da gentleman, il suo carisma, la sua cultura, la sua profonda conoscenza dell’armonia e della composizione, qualità che aveva trasposto negli insegnamenti che impartiva nella scuola fondata con Enrico Intra a Milano e negli innumerevoli seminari che teneva con generosità, entusiasmo e passione dal Trentino alla Sardegna.
«Non potrò mai dimenticare il primo incontro con Franco Cerri in Sardegna – ricorda il maestro Riccardo Carta, tra i più illustri insegnanti sardi di chitarra e assistente di Cerri in alcune masterclass nell’isola –. Aveva un rapporto speciale con gli allievi ed era amato da tutti». «La sua dolcezza e la sua arte andavano in parallelo – racconta la pianista Cinzia Casu, concertista e didatta oristanese – non si poteva non volergli bene, era un uomo di rara sensibilità e umanità, le chiacchierate con lui erano una vera e propria lezione di vita».
L’ultimo concerto in Sardegna lo avevano organizzato, al Jazzino di Cagliari, Nicola Spiga e Massimo Palmas. Una collaborazione tra Forma e Poesia nel Jazz e il festival Jazz in Sardegna in vista del suo novantesimo compleanno. Sul palco, con lui, uno dei suoi compagni di viaggio quando veniva in tour nell’isola, Paolo Carrus, pianista e compositore di vaglia con cui aveva un rapporto artistico trentennale. «Fu un concerto commovente – racconta Simone Onnis, concertista di fama internazionale e chitarrista tra i più attivi all’estero –. Era un gigante, un autentico poeta delle sei corde». Il suo estro e la sua grande anima resteranno per sempre nei cuori dei tanti colleghi e amici che gli hanno voluto bene e lo hanno ammirato nella sua esemplare esistenza di artista umile perché intimamente grande.
Gigi Maestri