Nelle terre dei megaliti Aosta incontra Laconi
Menhir Museum di Laconi, ovvero il Museo della Statuaria Preistorica, collabora con l’area archeologica di Aosta in un patto stretto da tempo e celebrato in occasione del 25 anniversario dell’attività museale. La scusa è il 25° compleanno del Menhir Museum di Laconi per fare luce su una ricca serie di eventi che vedranno coinvolti enti e istituzioni, oltre a studiosi e personalità del mondo scientifico e della comunicazione in campo archeologico. Il museo, unico nel suo genere per la sua ricca collezione di Statue Stele rinvenute nel territorio dal ’69, è una preziosa gemma di Palazzo Aymerich, nell’incanto del borgo di Oristano.
Il momento clou in calendario, nei giorni 26 e 27 novembre al teatro Fabrizio De Andrè, ha ufficializzato la volontà di collaborazione attiva tra il Menhir Museum e l’area preistorica di Saint Martin de Corleàns di Aosta. Ospiti d’eccezione come Jeàn Pierre Guichardaz, assessore ai beni culturali, turismo, sport e commercio della regione autonoma della Valle d’Aosta, Cristina De La Pierre, soprintendente regionale per i beni culturali della Valle d’Aosta, Gianfranco Zidda, curatore del Museo di Saint Martin de Corleàns e Franco Mezzena l’archeologo ottantaseienne, famoso autore della scoperta-monumento dell’archeologia preistorica europea e mediterranea.
Un momento di particolare significato politico-culturale sarà dato dalla firma dei rappresentanti istituzionali della regione Valle d’Aosta al protocollo d’intesa che ha dato luogo alla Rete Nazionale dei Musei delle Statue-Stele Menhir, sottoscritto dai più prestigiosi musei italiani di arte preistorica il 23 giugno 2018 proprio a Laconi, nella sede del Menhir Museum, della quale rete il museo di Laconi è il capofila.
Considerata l’importanza dell’evento, che rafforza il ruolo della Sardegna nel panorama mediterraneo e continentale, un messaggio forte arriva da Giorgio Murru che dirige uno tra gli elementi di maggiore attrazione che negli ultimi anni ha registrato numeri record di visitatori.
«La sensazione che la storia di un popolo si compia tra le mura di strutture nella nostra terra si perfeziona con la visita di Franco Mezzena - dichiara Giorgio Murru - l’archeologo che intercetta segreti del mondo continentale da Oriente a Occidente. E’ l’uomo che da subito immagina la Sardegna come l’area megalitica dagli importanti collegamenti a Saint Martin de Corleàns; con la sua visione ha reso famoso tutto il santuario dell’archeologia alpina e oggi la sua presenza sull’isola è un vero privilegio.»
Un patrimonio archeologico, quello della Sardegna, restituito in 3500 domus, 400 dolmen che, senza scomodare gli 8000 nuraghi, si riposiziona a leva di una crescita esponenziale del turismo culturale negli ultimi anni e ulteriormente valorizzato da questa partnership. «Nell’incontro di luglio ad Aosta è apparso chiaro un destino condiviso da millenni per due regioni solo apparentemente lontane, - spiega Giorgio Murru - toccate da un’ insularità che viene dal mare, come quella di noi sardi, che in tutto è simile a quella che invece viene dai monti.»
Un viaggio integrato Val d’Aosta-Sardegna, tra istituzioni e università, soprintendenza e pubblica amministrazione che, nella cittadina del Sarcidano, valorizza un patrimonio comune, lo dilata nella presentazione del documentario, in collaborazione con Archeofoto Sardegna e Menhir Museum, realizzato nella sorprendente area archeologica di Aosta, per la regia di Nicola Castangia e Andrea Fenu dal titolo “Franco Mezzena, l’archeologia raccontata con il sorriso”.
Ed è Jeàn Pierre Guichardaz che riesce bene ad esprimere, sull’impeccabile amministrazione di Laconi, la sua vibrante ammirazione. Poi fa sapere, sulla figura di Giorgio Murru alla direzione del museo e alla testa di relazioni intessute con passione autentica e competenza, la prospettiva appuntita di un punto di vista preciso, temperato dalla stima: «L’impegno che sai dimostrare fa di te il figlio prediletto di un popolo fiero e speciale.»
Anna Maria Turra