Of Grace and Light - Valentino Haute Couture A/I 2020 2021
Se esiste un confine fra sogno e realtà, Pierpaolo Piccioli, direttore creativo di Valentino, l’ha collocato a Cinecittà, gli studios cinematografici della Città Eterna che hanno accolto l’ultima strabiliante collezione Haute Couture della Maison in Of Grace and Light.
L’Alta Moda ricomincia a farci fantasticare dopo la brusca interruzione della primavera, e proprio perché tornare alla normalità sembra ancora impossibile, si spinge oltre, nel territorio impalpabile del sogno, dove realtà e magia si fondono anche grazie alle sperimentazioni del digitale.
È un empireo costellato di abiti smisurati, bianchissimi, con modelle siderali issate su piedistalli e avvolte in metri e metri di tessuti elaborati, con coreografie mozzafiato che ci trascinano in un universo incantato.
Of Grace and Light, lo show di Valentino
Piccioli si è avvalso della collaborazione del regista inglese Nick Knight, pioniere dell’immagine e della moda virtuale (suoi il video Pagan Poetry di Björk e l’ologramma di Kate Moss nello show di Alexander McQueen Platos Atlantis), mandando in scena una performance fuori dai limiti in tutti i sensi: «Superare il senso del limite è stato una valorizzazione dell’umano» afferma il designer.
Le dimensioni fuori scala dei sontuosi abiti, lunghi oltre 4 metri, ci permettono di osservarne nel dettaglio ogni piega, decorazione e segreto, complici 15 splendide modelle dalle movenza sinuose, rapite in una danza fluida e magnetica. L’ispirazione proviene da Loïe Fuller, l’indimenticabile danzatrice della Belle Époque che nelle sue esibizioni disegnava arabeschi con i costumi. La danza come movimento e l’abito che dal movimento prende vita sono i cardini della concezione di Couture espressa da Pierpaolo Piccioli, ma come sottolinea: «Una creazione Couture prende vita non solo attraverso il movimento, la luce, i colori e la musica, ma soprattutto attraverso l’essere umano che si trova in essa, avvolto, accolto dal tessuto. Che danza e che sogna».
Il bianco totale diventa una tela su cui vengono proiettate immagini colorate ed elementi naturali, alternati a frequenze disturbate ed effetti sintetici creati con il digitale. Tra sapienza artigianale e realtà virtuale si instaura un dialogo efficace ed emozionante, scandito dalla colonna sonora di FKA twigs, che aveva già collaborato con il brand per la sfilata Uomo dello scorso gennaio.
Gli abiti in Of Grace and Light
Scorrono sullo schermo un abito-cappa d’organza decorato da centinaia di ruches, abiti a sbuffo, a bustier, una cascata di fiumi di piume e chiffon, taffetà, tulle vaporosi, frange di paillettes argento e fili iridescenti, per danzatrici, regine delle nevi, creature mitologiche, che non disdegnano di esibire profonde scollature. Seducenti Pierrot si dondolano su altalene sospese e si svelano nella notte come apparizioni soprannaturali, pronte a volare via su una carrozza di stelle; volumi scultorei scolpiti nel taffetà, crinoline e tuniche, bagliori argentei, tutti concorrono a creare una dimensione atemporale e solenne.
Le dimensioni monumentali di questa minicollezione ha richiesto mesi di lavoro, e abiti che appaiono irreali e inaccessibili sono invece studiati nel minimo dettaglio per essere riprodotti su scala reale e adattati in atelier alle richieste delle più fortunate. L’intento non è di trasformare i sogni in realtà ma la realtà in sogno, riportando alla loro centralità gli abiti di Haute Couture.
«Mi piaceva l’idea di concentrare l’attenzione sul modo in cui sono fatti, sui tagli, sui volumi, sulle costruzioni che le sarte hanno plasmato tra mille difficoltà, tra riunioni in remoto, l’atelier chiuso, la modella per le prove arrampicata sul tavolo e due sedie impilate per raggiungere l’altezza giusta», racconta Piccioli al termine dello show, che è stato presentato in diretta video in tutto il mondo e a un pubblico “fisico” di sole 25 persone.
Il ruolo del bianco
La scelta del bianco è emblematica, quello che è stato il colore più rappresentativo del Rinascimento è il simbolo di un nuovo inizio, di una ripartenza alla grande, che mette al centro l’unicità del savoir-faire della Maison. «Volevo che a emergere fossero le migliaia di ore di lavoro su ciascun capo, la passione e la cura maniacale che anche ora, in un momento tanto particolare, non ha mai abbandonato il laboratorio. C’è un vestito che è decorato da 400 metri di ruches: un lavoro mastodontico, pure troppo, tanto che io avevo suggerito alle sarte di tagliarle al vivo senza fare gli orli, per risparmiare tempo. Mi hanno guardato come se fossi pazzo: per loro è inconcepibile prendere una scorciatoia, senza eccezioni».
Sulle note di chiusura del video scorrono le parole di Pierpaolo Pasolini: “Non vogliamo essere subito già così senza sogni”, parole perfettamente calzanti allo spirito della performance e della collezione: l’importante è ritrovare lo stupore, il genio e la creatività di una moda che va oltre i ritmi alienati dettati dal marketing. «Siamo finalmente vicini e pronti a sognare insieme. Con amore» così ci lascia Pierpaolo Piccioli.
Nathalie Anne Dodd