Olbia, solo riti religiosi per la festa di San Simplicio
Il serpentone delle bancarelle, la processione tra due ali di folla, i concerti sul prato verde del parco Fausto Noce. Per la seconda volta consecutiva Olbia dovrà rinunciare a tutto questo. La festa di San Simplicio, patrono della città e della Gallura, a causa della pandemia sarà celebrata in forma ridotta. Solo riti religiosi per quello che è l’appuntamento più atteso da tutta la comunità olbiese. Una festa che affonda le sue radici nell’antichità e che rinnova ogni anno il sentimento di devozione nei confronti di un santo, Simplicio, che fu martirizzato proprio a Olbia durante l’impero di Diocleziano.
La festa ridotta
Il comitato dei festeggiamenti e la parrocchia di San Simplicio hanno reso noto il programma dei riti religiosi. Venerdì 14 maggio alle 17.30 in basilica il raduno delle bandiere votive e alle 19 la messa sul sagrato. Invece alle 11 di sabato 15 maggio, giorno di San Simplicio, la messa pontificale, sempre sul sagrato, presieduta dal vescovo Sebastiano Sanguinetti e dai sacerdoti della diocesi e animata dai canti del coro Lorenzo Perosi. Al termine della messa la processione di San Simplicio: anche quest’anno il simulacro del santo attraverserà le strade della città a bordo di un veicolo e i fedeli potranno assistere al suo passaggio con l’obbligo di mantenere le distanze. Sia la messa che la processione saranno però trasmesse in diretta tv dall’emittente Videolina.
Il martire olbiese
Simplicio era un vescovo che predicava il Vangelo nell’Olbia romana. Nel 304, durante il regno di Diocleziano e sotto il governatorato di Barbaro, fu martirizzato trafitto da una lancia. Insieme a lui morirono anche altri tre cristiani: Fiorenzo, Rosula e Diocleziano (come l’imperatore).
In onore di San Simplicio, circa mille anni fa, venne eretta l’attuale basilica, il più antico e importante monumento religioso della Sardegna nord-orientale, dove sono anche conservate le presunte reliquie del santo. Una chiesa che fu costruita al posto di altri luoghi di culto.
Nella stessa area, con tutta probabilità, sorgeva infatti un tempio già nelle epoche fenicia, greca e cartaginese. I romani, invece, costruirono un tempio dedicato alla dea Cerere, con attorno una vasta necropoli oggi in parte visitabile. La festa di San Simplicio, che da sempre si svolge a metà maggio, è dunque per la comunità di Olbia il momento più alto e più sentito in assoluto, quello in cui tutta la città si ritrova al cospetto della sua antica basilica. Una festa cresciuta negli ultimi decenni grazie anche ai sempre più numerosi appuntamenti organizzati dal comitato e all’atmosfera di festa che si respira in tutta Olbia, tra concerti, bancarelle, arrostitori, corse dei cavalli, fuochi d’artificio, giostre e sagra delle cozze. Il rito più suggestivo è però sicuramente quello della processione, quando la statua del santo viene fatta sfilare lungo le vie di Olbia accompagnata dai gruppi folk provenienti da tutta la Sardegna. Una processione che, in attesa che la pandemia allenti finalmente la sua morsa, anche quest’anno si svolgerà in versione ridotta, a bordo di un pick-up.
Dario Budroni