One Ocean Foundation lancia un nuovo progetto di riforestazione della Posidonia
Quelle che un tempo venivano viste come brutte e fastidiose oggi sono ammirate e perfino piantate. Il lavoro di divulgazione scientifica e di conoscenza più approfondita di questi ultimi anni ha completamente ribaltato la considerazione comune di quelle che erroneamente venivano definite alghe. E i biologi ci tengono a specificarlo, perché la Posidonia, questo è il nome corretto è una vera e propria pianta marina con tanto di radici, fusto e foglie. Con un compito assegnato da madre natura fondamentale non solo per l’ecosistema marino, ma anche per l’uomo e la sua sopravvivenza. Queste affascinanti praterie di Posidonia vanno ad arricchire i fondali del mare e grazie al processo di fotosintesi sono in grado di produrre ossigeno e allo stesso tempo assorbire e sequestrare l’anidride carbonica. Al fine di sviluppare ancora di più questa consapevolezza, in tutta Italia stanno nascendo sempre più frequentemente progetti di riforestazione di Posidonia. Importanti occasioni di studio e di divulgazione scientifica. Tra i primi interventi di riforestazione è sicuramente da menzionare quello di Golfo Aranci del maggio scorso, quando i ricercatori, biologi marini e operatori subacquei dell’associazione Worldrise onlus hanno piantato 2500 talee per una prateria di cento metri quadri.
Da quell’esperienza ne sono scaturite molte altre ed è di questi giorni la notizia che una delle più importanti associazioni italiane per la tutela del mare, One Ocean Foundation, abbia dato l’avvio alla fase operativa di un altro progetto di riforestazione di Posidonia Oceanica nell’Area Marina Protetta Isola di Bergeggi in Liguria, Italia. L’iniziativa, dal titolo “Blue Carbon Project” è supportata dall’azienda Osculati, leader in Italia e tra le prime in Europa nel settore degli accessori nautici. Il progetto prevede in questa prima fase di piantumare circa 100 metri quadrati di Posidonia oceanica attraverso tecniche di trapianto innovative e a basso impatto ambientale, utilizzando materiali biodegradabili (reti in fibre di cocco).
Il supporto economico da parte di Osculati si estende anche nell’aspetto di ricerca e monitoraggio, in quanto si tratta di metodi sperimentali che forniranno importanti dati per lo sviluppo di future e sempre più conformi tecniche di trapianto. «La nostra azienda - ha commentato Alberto Osculati, Direttore Esecutivo dell’azienda - crede fortemente nell\'importanza di proteggere il mare e le sue preziose risorse. Per questo siamo particolarmente lieti di offrire il nostro contributo a un progetto concreto che valorizza la ricerca scientifica e protegge i fondali dei mari italiani. Nel 2022 Osculati ha pubblicato il suo primo bilancio di sostenibilità, strumento primario per comunicare e rendicontare agli stakeholder le attività e i risultati in ambito economico, sociale e ambientale».
Davide Mosca