One Ocean sulla rotta della moda sostenibile
Un mare più pulito per un futuro migliore. La missione di One Ocean Foundation è stata chiara fin dall’inizio della sua fondazione. Era il 2017, infatti, quando lo Yacht Club Costa Smeralda per festeggiare i suoi 50 anni di attività ha deciso di indirizzare la prua verso la preservazione degli ecosistemi marini. E da allora si sono susseguiti progetti, codici etici come la Charta Smeralda e decine di eventi di sensibilizzazione. Il tutto è chiaramente supportato da un lavoro di assidua ricerca scientifica prodotta dal comitato scientifico. E i risultati sono stati sorprendenti con la produzione negli ultimi tre anni di ben tre report, 2019, 2020 e 2021, dal titolo Business for Ocean Sustainability. Ognuno con un focus specifico di approfondimento, ma tutti con l’obiettivo di mettere in relazione la produzione delle imprese e le relative ricadute sulla sostenibilità dell’oceano.
Il report del 2020 è approdato perfino alle Nazioni Unite l’8 maggio dell’anno scorso nella Giornata mondiale degli oceani. Quest’anno il terzo report promosso da One Ocean è stato presentato al virtual summit del primo forum mondiale dedicato alla blue economy, il Summit4Ocean. Il segretario generale Jan Pachner e il presidente del Comitato scientifico Stefano Pogutz, professore e ricercatore dell’università Bocconi, sono intervenuti nel corso di una tavola rotonda dal titolo Collaborazione pubblico-privato per la preservazione degli oceani. Lo studio, nello specifico, ha analizzato il settore della moda mettendo sotto la lente di ingrandimento i dati di sostenibilità di ventotto aziende di settore attraverso l’ausilio di innumerevoli fonti. Dal report è emersa l’enorme pressione esercitata dal settore della moda sugli ecosistemi marini fornendo una visione chiara alle aziende sulle migliori pratiche da attuare per evitare che le microfibre inondino gli oceani. Tutti i report di One Ocean sono il frutto di un’alleanza con Sda Bocconi School of Management, McKinsey & Company e Csic (Consejo Superior de Investigaciones Científicas).
Davide Mosca