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Ora la compagnia aerea ce la compriamo noi!
25 Febbraio 2020

Ora la compagnia aerea ce la compriamo noi!


Dalla crisi che ha investito la compagnia AirItaly si è alzato un vento di pensiero collettivo: una moltitudine di persone decide insieme di rilevare l’impresa in crisi a fronte di una mobilitazione fatta esclusivamente di quel tam-tam che ha nella rete la sua casa.


Prima Alisarda poi Meridiana, in mezzo secolo la compagnia di Karim Aga Khan ha raggiunto traguardi e coperto distanze da e per il sogno della Costa Smeralda. Ma il popolo dell’Isola non si rassegna né alla liquidazione né alla fine di quell’istituzione fortemente voluta dal principe illuminato. Dall’intenzione alla volontà c’è un divario che sembra essere strettissimo per le 500 persone che in poco meno di 24 ore aderiscono al gruppo Facebook denominato “Ora la compagnia aerea ce la facciamo noi!”. E il gruppo pubblico ha abbondantemente superato i 75mila membri.



Antonello Bombagi ne è l’amministratore e, dopo una sola settima di vita, nella bacheca blu scrive: «Una settimana fa a quest\'ora decidevo di lanciare questo gruppo nel mare magnum del web. Sono passati solo sette giorni ma sono stati i più intensi della mia vita. Contando le ore di sonno, credo di aver dormito in tutto quanto prima dormivo in una sola notte. Il resto l\'ho passato a leggere, studiare, rispondervi. Mi avete dato consigli, confidato preoccupazioni, posto domande, e offerto collaborazione. Molti mi hanno sollecitato ad aumentare il numero dei moderatori per evitare gli eccessi di goliardia.»


I moderatori diventano sei mentre il numero dei membri del gruppo, dopo una decina di giorni, schizza a 75.500, cifra che attualmente sembra proprio destinata a crescere di ora in ora con una media individuata di 30mila persone in una manciata di giorni.



«Qualcuno mi ha definito \"troll\", pensando che la mia proposta non fosse seria. Non abbiamo la bacchetta magica. Dal nulla viene fuori il fenomeno che crea un gruppo e dice che vuole fare una compagnia aerea, - continua l’amministratore sulla pagina del social del gruppo   - e capisco che a qualcuno certi commenti possano essere sembrati fuori luogo, ma mettetevi nei loro panni. Siamo seri, che cosa avrebbero dovuto pensare? Mi risulta più normale e logica la reazione di chi ha riempito la pagina di frizzi e lazzi, più che quella di chi mi è venuto dietro. La verità è che voi siete un po\' folli. Come me e forse più di me. Questo è il vero motivo per cui la compagnia aerea noi la costruiremo per davvero. E lo stiamo già facendo. Con oggi possiamo concludere la prima fase e passare oltre. Nei prossimi giorni predisporremo lo strumento giuridico che ci consentirà di iniziare la costruzione della compagnia - conclude Antonello Bombagi - ma quando c’è la volontà le soluzioni si trovano, ognuno porta le proprie competenze.»



Dalle stesse informazioni, che il gruppo pubblicamente fornisce di sé, si coglie una chiarezza d’intenti e il pragmatismo di chi crede nella forza di un progetto. Semplicemente e senza mezzi termini questi sono i passi che ogni amministratore delegato vorrebbe vedere realizzati in fila dal proprio consiglio d’amministrazione:





  1.   Raccogliamo le adesioni;


  2. Ci contiamo;


  3. Ci quotiamo;


  4. Selezioniamo un gruppo dirigente;


  5. Gli affidiamo il compito di portare i figli della Sardegna a cibarsi del mondo e i figli del mondo a nutrirsi della nostra cultura;


  6. Isolani si, isolati mai.



«Non sarà nulla di simile a ciò che conosciamo già, - e anticipa l’assetto della nuova compagnia aerea Bombagi, giornalista e blogger che, tra i suoi obiettivi ha quello della salvaguardia del patrimonio simbolico dell’Isola - anche lei sarà un po\' folle come noi. Sarà diversa e so che mi capirete se ora non vi potrò dire di più. Posso però aggiungere che da domani inizieremo a muovere i primi passi per la costituzione di una Società Per Azioni a sottoscrizione pubblica. In questa nuova fase definiremo, nome, oggetto sociale, sede legale, statuto, e ammontare del capitale necessario. Sceglieremo un notaio che predisporrà l\'atto pubblico, dopodiché verrò a trovarvi, comune per comune, per spiegarvi di persona che cosa combineremo. E se ora vorrete sbizzarrirvi con la proposta del nome da dare alla società nascente, il gioco è aperto. I tre che riceveranno più like saranno valutati dal nostro gruppo di lavoro che sceglierà il più appropriato. E poi, nulla sarà più come prima.» 



Tra gli interventi in rete che spaziano tra il serio, l’esilarante e il faceto, si rintraccia una cifra di solidarietà concreta e il coraggio solido di un popolo abituato alle sfide. La lungimiranza dinamica e audace di addetti ai lavori come piloti, manager, assistenti di volo, avvocati, notai e poi studenti universitari. Ma anche la scanzonata energia dirompente e spiazzante di una diffidenza, anch’essa, tutta di natura sarda. Insomma, in un orizzonte infinito dove sono in tanti a postare interventi, i contributi al dibattito si stagliano come iperbole nello spazio grande quanto può esserlo un’idea. Poi non mancano i neofiti, gli scettici e ancora gli idealisti: ognuno di loro a portare un tassello nell’infinito cielo tra la Sardegna e quel mondo rappresentato dalla cassa di risonanza di un social che Zuckerberg ci consegna in eredità. In molti a dichiarare una volontà di mettersi totalmente in gioco per un’impresa di cui ci si sente già parte costituente.



«Non voglio e non posso nascondervi le difficoltà che dovremo superare. Far volare la nostra idea richiederà uno sforzo enorme, sia in termini di dedizione al progetto che di recupero delle risorse necessarie, - Ammette Bombagi - una prima difficoltà fra tutte è rappresentata dall\'attuale situazione di partenza. Con un vettore nazionale che si regge sugli aiuti di stato da una parte, e vettori esteri che godono di un regime fiscale molto più leggero dall\'altra. Come giocare a calcio a piedi nudi, su di un campo in ghiaino, contro avversari che hanno scarpette da gioco e ginocchiere per non farsi male quando cadono. E già davanti a questo primo ostacolo una persona normale lascerebbe perdere. Ma non se sei nato in Sardegna, non se hai al tuo fianco un piccolo esercito di amici che ti incoraggiano e ti sostengono. Non se sei cresciuto in una terra dove ogni partita si gioca da una posizione di svantaggio. Non se sei spinto e motivato da chi ti vive a fianco, da chi condivide la tua aria, e chi da questa terra è dovuto andar via con un biglietto di sola andata.»



L’ispirazione al modello del caso Ryanair è chiara ma anche altrettanto evidente risulta l’obiettività di fondo che non tralascia di vedere ostacoli o criticità nel percorso. Cercando di coinvolgere una base quanto più possibile ampia, interessando il comparto alberghiero e turistico, si pensa a un modello di business in grado di garantire una continuità. Teoria e pratica si intrecceranno tra capitali ingenti e notevoli complessità, il programma infatti non immagina solo una gestione integrata degli aerei ma, per innescare il circolo virtuoso, si muoverà tra le opportunità di un nuovissimo concetto di ospitalità globale.


«È ovvio che servono partner tecnici, - precisa Antonello  Bombagi - ma già una piccola compagnia mi ha contattato, per offrire consulenza, un professionista di Cagliari, uno dei maggiori esperti in ambito aeronautico in Sardegna si è messo a disposizione per questa idea. Roberto Busi comandante Alitalia, con diverse ore di volo al suo attivo, dichiara la sua disponibilità e il suo sostegno, ora l’urgenza è quella di creare gruppi di lavoro e stabilire competenze.»



Anna Maria Turra


Inspiration

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