Ostinato continuo, le opere di Tonino Casula allo Spazio Illisso
Ostinato continuo è la mostra su Tonino Casula allo Spazio Ilisso di Nuoro. Tra pittura e ricerca tecnica di nuovi linguaggi ecco in sequenza l’opera di un artista dalla visione mai disgiunta dall’orizzonte costante di un impegno sociale e appare l’uomo libero dal mainstream.
Sabato 17 giugno, a pochi mesi dalla sua scomparsa, il varo della prima retrospettiva su Tonino Casula. Ostinato continuo è il nome della mostra, curata dal Laura Calvi e da Ilisso, anticipata da una conferenza stampa nei Giardini Pubblici della Galleria Comunale d’Arte di Cagliari che, per l’occasione, esporrà l’opera Serpentone del 1975. Presenti Laura Calvi, storica dell’arte e co-curatrice della mostra Antonello Cuccu, co-curatore e allestitore per la Ilisso e M. Dolores Picciau, assessora alla Cultura del Comune di Cagliari.
Tonino Casula (Seulo 1931- Cagliari 2023) figura schiva e lontana dai facili circuiti del sistema dell’arte, davvero amata anche dai giovani artisti per la sua profondità analitica, sempre sostenuta da una brillante intelligenza, è considerato il più incisivo fra gli artisti che hanno per scelta operato e vissuto in Sardegna dalla seconda metà del Novecento ad oggi. Attraverso una selezione di oltre 80 opere, l’iter espositivo sintetizza i passaggi focali della sua ricerca dai primi anni Sessanta sino a giungere al 2021. Insieme a un nucleo di capolavori, sono proposte le varie pubblicazioni a sua firma, tra le quali la nota Impara l’arte, edita da Einaudi nel 1977, e alcuni materiali originali che documentano la peculiarità e l’originalità del suo metodo. Il lavoro di Tonino Casula è segnato sin dagli esordi da un’irresistibile spinta verso l’innovazione e la sperimentazione dei materiali. L’efficace declinazione in differenti filoni espressivi quali pittura, computer art, scrittura, media radio-televisivi ne restituisce appieno la complessità del pensiero e dell’azione. Ma è stato un profondo teorico della militanza critica fondando sedi e centri culturali; famose le sue organizzazioni di eventi artistici e al suo attivo resta memorabile una docenza sperimentale nella scuola primaria, riconosciuta con titoli e onorificenze dal Ministero dell’Istruzione. Tutte queste scelte, riconducibili a una continua ricerca sulla percezione visiva, lo rendono una delle figure più straordinarie nel panorama internazionale dell’arte, al pari di Maria Lai e Costantino Nivola.
In un allestimento che propone un percorso che va dal deciso passaggio all’astrazione di metà anni Sessanta, con Spazi e Transazioni, all’ulteriore svolta di fine anni Ottanta in cui l’autore smette con la pittura e accede all’affinità elettiva di un linguaggio digitale, quello delle Diafanie, proposte mediante monitor, canale espressivo da lui stesso ritenuto più “giusto” per la contemporaneità; darà origine così ad un nuovo filone capace di intrecciare suono e animazione, prima in 2D e poi in 3D. Per agevolare la fruizione di tutti i lavori in mostra, in ogni sezione tematica sono stati predisposti appositi apparati didattici, ad illustrare gli esiti degli ultimi tre decenni. Il taglio monografico del catalogo, edito da Ilisso, amplia l’accezione propria di questo tipo di pubblicazione per restituire finalmente una testimonianza esaustiva, con una cronologia completa dell’artista, accompagnata da un inedito repertorio fotografico, frutto di ricognizioni in numerose collezioni private.
Il saggio critico esamina l’intero operato di Casula e ricolloca storicamente il suo lavoro: dalla fondazione del Gruppo Transazionale (1965-66) agli scambi diretti con i gruppi italiani d’avanguardia passando per i rapporti con Corrado Maltese; alla sua evoluzione “militante” di approccio artistico negli anni Settanta fino all’ aderenza alle nuove tecnologie. Il volume rivela, oltre alla produzione pittorica, anche quanto espresso dal multiforme ingegno di Casula, e restituisce l’ anticonvenzionale statura di in complesso intellettuale. Autrice del saggio e co-curatrice della mostra Laura Calvi, storica e critica d’arte che opera a Milano dove ha lavorato con grandi istituzioni culturali quali Museo del Novecento e Fondazione Prada, collabora alla realizzazione di varie mostre come Germano Celant, Udo Kittelmann o Salvatore Settis. Specialista dell’astrattismo geometrico, dell’arte optical, cinetica e programmata e della videoarte, ha efficacemente restituito, sia cronologicamente che criticamente, la continua evoluzione dell’operato di Casula, di cui scrive: «Non è mai stato un artista mainstream, cavalcato dalla critica … è un artista che opera per la collettività, che guarda all’essere umano come suo principale interlocutore, che svolge un imprescindibile ruolo sociale, ed è questa prerogativa a non averlo mai davvero legato – e ancorato – a una corrente… ma questa libertà gli ha fatto pagare lo scotto dell’essere inafferrabile, quindi indecifrabile, ovvero spesso incompreso ed escluso dal grande circuito artistico nazionale e internazionale».
Una personalità poliedrica dunque che questa mostra si propone di delineare in maniera nitida per essere riscoperta e apprezzata anche dal largo pubblico.
Anna Maria Turra