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Patriarca, un albero da salvare
28 Settembre 2021

Patriarca, un albero da salvare


Il Patriarca è uno degli alberi monumentali della Sardegna. L’olivastro simbolo del piccolo villaggio di Cuglieri, che non ha alcuna intenzione di abbandonarlo dopo il tragico incendio che ha colpito l’area di Oristano. Un fenomeno diventato ormai comune in quella zona, ma che fino a quel momento aveva risparmiato gli uliveti, una delle principali economie di quel paese. Ad alcuni piaceva pensare che ci fosse qualcosa che impedisse alle fiamme di arrivare sino a lì, ma questo evento ha completamente dissolto in mille pezzi quel mito. Non tutto, a dire il vero. La perdita di tutto quel patrimonio non ha però spezzato quel tiene insieme tutto. La resistenza, del resto, è sempre stato il punto di forza di questo popolo, che conosce la sua terra e le sue insidie. Il fuoco e il vento possono mettere in discussione l’integrità di un paese, lasciando trasparire le crepe e tenendo lontano l’equilibrio e l’armonia.



L’intervento di Gianluigi Bacchetta


Ma anche qui, i due elementi non hanno avuto vita facile. I danni sono stati ingenti, ma tutta la popolazione si è già messo al lavoro per ricostruire il manto del villaggio di Cuglieri. E la notizia che il Patriarca resiste fa ben sperare. Il merito sta nell’intervento tempestivo del docente dell’Università di Cagliari, Gianluigi Bacchetta, che dirige per altro l’Orto Botanico della città.



Dirigersi verso Cuglieri è stato immediato e doveroso, vista la longevità di questo olivastro (si parla addirittura di 2000 anni). Una forza che non si poteva piegare, perché è riuscito a ramificarsi per le vie di questo borgo. «Il Patriarca è la nostra identità - ha affermato Maria Franca Curcu, assessore con delega in materia di Politiche Sociali, Cultura, Pubblica Istruzione e Sport al The New York Times - Se possiamo salvarlo, possiamo dare un messaggio di speranza a tutte le persone che hanno perso tutto nel fuoco».



Quel filo non poteva interrompersi così, da un giorno all’altro. Per questo il docente, insieme alla sua squadra, per prima cosa ha irrigato il terreno proteggendolo con la paglia, mentre l’intero tronco era stato coperto da teli di juta. Da qui è entrato in gioco la solidarietà di un paese limitrofo, che ha costruito un impianto di irrigazione che ha consentito di tenere l’umidità accettabile, e di un’azienda locale che ha realizzato un sistema che garantisse ombra all’albero durante la giornata. Una protezione essenziale, ma sarà in tempo a stabilire l’efficacia di questi sforzi che passano anche da un utilizzo attento di fertilizzanti organici. Sostanze che alimentano il Patriarca ogni 10 giorni, che può quindi rinforzare le radici pronte, si spera, a tornare di nuovo in funzione. «Se le radici periferiche ripartono - conclude il professor Bacchetta sul Times - possiamo sperare che i germogli usciranno verso settembre o ottobre».



Riccardo Lo Re


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