Piero Angela e i quarant’anni di Quark
La sigla con la musica di Bach, l’avventuroso viaggio nel mondo dei dinosauri, la lunga esplorazione all’interno del corpo umano. Quark e Superquark rappresentano insieme uno dei pezzi più pregiati della tv italiana. Due programmi che hanno fatto la storia della divulgazione scientifica e culturale e che hanno tenuto incollate al piccolo schermo intere generazioni di italiani. Una storia che ha da poco compiuto la bellezza di quarant’anni. Tanto tempo è passato, infatti, da quel lontano 18 marzo del 1981, quando il giornalista Piero Angela presentò in seconda serata su Rai1 la prima puntata di Quark. Una fortunatissima serie che dal 1995 avrebbe poi cambiato veste e nome trasformandosi infine in Superquark, che è ancora in corso.
Quark, il programma di Piero Angela
«Il titolo Quark è un po\' curioso e lo abbiamo preso a prestito dalla fisica, dove molti studi sono in corso su certe ipotetiche particelle subnucleari chiamate appunto quark, che sarebbero i più piccoli mattoni della materia finora conosciuti. È quindi un po\' un andare dentro le cose» disse Piero Angela, quarant’anni fa, presentando il suo nuovo programma. E le cose sono poi andate esattamente così. Quark prima e Superquark dopo hanno infatti avuto il merito di portare i curiosi telespettatori davvero all’interno della scienza, della storia, della tecnologia e della cultura, sempre e rigorosamente attraverso un linguaggio semplice e adatto a tutti. Merito soprattutto del suo creatore, Piero Angela, classe 1928, il più popolare e amato tra i divulgatori scientifici e padre di un altro peso massimo della divulgazione in tv, Alberto Angela.
«La prima volta che siamo andati in onda c\'era ancora l\'Unione Sovietica e si parlava di rifugi antiatomici. Nel 1981 nasceva anche il primo personal computer, mentre il telefonino e internet erano lontani - ha da poco spiegato Piero Angela all’Ansa -. Andare in onda alle 21.35 significava essere già in seconda serata: in quella storica prima puntata portammo a casa un risultato di oltre 9 milioni di telespettatori. Il linguaggio usato è rimasto lo stesso. Perché entrando nelle case degli italiani siamo diventati parenti dei telespettatori. Ma a modo nostro abbiamo anche fatto politica, usando proprio messaggi semplici e chiari a tutti, lontani dalle liti e dalle bagarre che tengono oggi banco. Questo lavoro è come lo sport: non conta ciò che hai fatto prima, devi essere sempre pronto a correre».
La carriera di Piero Angela
Divulgatore, giornalista e anche musicista jazz. Piero Angela, medaglia d’oro per la cultura italiana e con un qualcosa come 12 lauree honoris causa in bacheca, due anni fa è stato anche uno dei protagonisti indiscussi della seconda edizione del Premio letterario Costa Smeralda , promosso dal Consorzio Costa Smeralda. Un concorso con tema il mare, e quindi la sua salvaguardia, al quale Piero Angela aveva partecipato come ospite, ricevendo poi il premio speciale della giuria e una meritata standing ovation da parte del pubblico. «Vi sono grato per questo premio, perché ho avuto il modo di scoprire questo posto. Mi sono state mostrate tante belle cose, tra cui un nuraghe – aveva detto quella volta a Porto Cervo, facendo anche un riferimento al mare -. Sono sempre stato sensibile al tema dell’inquinamento e mi stupisce il fatto che se ne parli tanto ma che si faccia ancora poco. In questo paese non si premia il merito e non si punisce chi trasgredisce». In occasione della sua partecipazione al Premio letterario Costa Smeralda, Piero Angela, che nella sua vita non aveva mai visto un nuraghe, era stato accompagnato a visitare il complesso de La Prisgiona, ad Arzachena, poco lontano dalla Costa Smeralda, di gran lunga uno dei monumenti di epoca nuragica più importanti della Sardegna.
Dario Budroni