Il fascino dei pozzi sacri: a Olbia c’è quello di Sa Testa
Le scale sembrano condurre nelle profondità della terrà. Ma dopo alcuni scalini, man mano inghiottiti dall’oscurità, è l’acqua a conquistare la scena. Sono vecchi di millenni e particolarmente complessi dal punto di vista architettonico, considerando anche il periodo in cui sono stati costruiti: i pozzi sacri, insieme ai nuraghi e alle tombe dei giganti, sono così un simbolo della civiltà nuragica. In Sardegna se ne contano oggi più di cinquanta. Realizzati in pietra, i pozzi sono delle strutture templari risalenti all’Età del bronzo e destinati al culto delle acque.
I pozzi sacri nell\'età nuragica
I pozzi nuragici avevano dunque una funzione religiosa. E solitamente erano composti da tre parti: una scalinata che portava verso la sorgente, una cupola circolare che ricopriva il pozzo e un vestibolo dove si riunivano le comunità. Sono numerosi i pozzi ancora oggi visitabili in tutta la Sardegna, da nord a sud. E il più famoso di tutti è sicuramente il pozzo sacro di Santa Cristina, nel territorio di Paulilatino, in provincia di Oristano, che risulta essere quello meglio conservato. Un capolavoro architettonico oggi visitato da migliaia di turisti ogni anno e che, tra l’altro, si trova a breve distanza da un nuraghe monotorre e da un villaggio nuragico.
I pozzi sacri in Gallura
Anche in Gallura si possono ammirare alcuni pozzi sacri. Il più importante, nella zona nord-est della Sardegna, è senza dubbio quello di Sa Testa, a Olbia, a poche centinaia di metri dalle spiagge della frazione di Pittulongu.
Nonostante il sito non sia gestito da nessuna cooperativa, il Comune di Olbia assicura comunque l’ingresso gratuito al monumento e una costante pulizia dell’ambiente circostante. Il pozzo di Sa Testa, scoperto negli anni Trenta da alcuni pastori della zona, è stato scavato nel 1938 e poi restaurato nel 1969. Realizzato in blocchi tra il 1200 e il 900 avanti Cristo, il pozzo nuragico olbiese è ancora oggi formato da una scala che conduce alla sorgente e da un cortile di forma circolare. Il monumento di Sa Testa, che negli anni ha anche ospitato alcuni eventi culturali, è facile da raggiungere. Sorge a neanche 5 chilometri dal centro storico di Olbia, lungo la strada che, dopo aver attraversato la zona industriale, porta alla frazione di Pittulongu. Si trova nelle vicinanze di un centro commerciale e per accedere all’area parcheggio basta soltanto seguire le indicazioni oppure servirsi di un semplice navigatore. Da Porto Cervo, cuore pulsante della Costa Smeralda, il pozzo sacro di Sa Testa dista invece 31 chilometri.
Dario Budroni