Quando Battiato cantò a Olbia
Settemila sotto le stelle di agosto. La gente applaude, canta insieme a lui, alla fine grida e pretende due bis. È la sera del 3 agosto del 2003. E Franco Battiato è appena arrivato a Olbia per un concerto che nessuno, da queste parti, avrebbe mai dimenticato. Il maestro ripercorre la sua vita. Canta i brani meno conosciuti, poi si concentra sui grandi successi. Il pubblico va in visibilio e lo insegue con gli applausi, anche quando le luci sono spente e lo spettacolo è ormai finito.
Il maestro a Olbia
Battiato è morto. L\'Italia lo celebra e si inchina davanti al suo genio. E Olbia, di certo, non può non ricordare quel concerto di quasi 18 anni fa, quando il cantautore siciliano radunò davanti a sé circa settemila persone. Battiato fu uno dei protagonisti di un’estate, quella del 2003, che risultò ricchissima dal punto di vista musicale.
Ondata Sonica, con la collaborazione del Comune, riuscì infatti a organizzare una serie di live di assoluto spessore: Lou Reed, Patti Smith, Carmen Consoli e appunto Franco Battiato.
Il cantautore e musicista, morto all’età di 76 anni, cantò la sera del 3 agosto, una domenica. Dopo una lunga rincorsa alle prevendite, salì sul palco e regalò uno spettacolo in pieno stile Battiato. Ragionato ed esaltante, antologico e popolare. Un vortice di suoni e melodie impossibile da dimenticare.
Il concerto
Il palco venne montato al molo Brin, accanto al mare e di fronte al centro storico della città. Battiato, quella sera, cantò per quasi due ore. Cominciò con Shackleton, Strani giorni e Shock in my town. Più tardi arrivò il momento de La Cura e di altri immortali capolavori come E ti vengo a cercare. Poi toccò ai grandi successi, quelli che non si possono non conoscere. E quindi Voglio vederti danzare e Cuccurucucù. E poi ancora I treni di Tozeur, Povera patria e, per il secondo bis, Centro di gravità permanente. Roba rimasta nella storia della musica italiana. E anche in quella della lunga e fortunata epopea dei concerti che vedono Olbia come città protagonista in Sardegna.
Dario Budroni