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2 Dicembre 2019

Ritrova la tua energia vitale con il Tai Chi


Il Tai Chi (o Tai Chi Chuan o Taiji Quan secondo la traslitterazione attualmente in uso) è un’antica arte marziale cinese che fonda i suoi principi sul concetto taoista di Yin e Yang, ricercando essenzialmente l’armonia degli opposti e l’equilibrio fra corpo e spirito.



Tai Chi significa letteralmente “Arte di combattimento del principio supremo” e nasce come sistema di autodifesa, con le prime attestazioni storiche intorno al 1600, sebbene le varie leggende ne narrino l’origine secoli prima. Frutto di migliaia di anni di tradizione cinese e di ricerche eremitiche e monacali, il Tai Chi combina il benessere psico-fisico e la salute con l’approccio alla lotta e al combattimento propri delle arti marziali.



Il Tai Chi Chuan si pratica attraverso movimenti lenti, consapevoli e circolari che mimano una danza silenziosa, e mira ad attivare e potenziare l’energia interiore, il Chi, che è considerato assai più potente della semplice forza fisica. Attraverso l’esecuzione di questi movimenti si compongono varie forme, sia antiche che recenti, alcune ispirate dai movimenti di animali, altre da gesti quotidiani e altre ancora prettamente marziali, sequenze che mimano il combattimento con un ipotetico avversario, e che permettono di raggiungere una migliore consapevolezza del proprio corpo e della propria psiche.



Incontriamo oggi Michelangelo Fabbri, maestro di arti marziali orientali, e gli poniamo alcune domande sull’antica arte del Tai Chi Chuan.



Lei si è laureato in Storia, Culture e Civiltà Orientali con una tesi sulle arti marziali orientali, ed è istruttore di diverse di queste discipline; vuole raccontarci come si è avvicinato all’arte del Tai Chi?
Come tutte le cose belle della vita è successo tutto per caso. Da giovanissimo sentivo una forte necessità di muovermi, ma mi stancavo presto di tutte le discipline che provavo. Quando ho iniziato il Kungfu*, seguendo un amico che già lo praticava, semplicemente non mi sono mai stancato. Inizialmente ammetto che non capivo quale senso avesse il Tai Chi Chuan e praticavo altri stili (il Tai Chi Chuan è solo uno tra centinaia di stili di Kungfu cinese). Nel 1998 incontrai quello che è tuttora il mio Maestro, Yang Lin Sheng, il quale insegnava vari stili che tuttora pratico. Fu grazie a lui che cominciai ad appassionarmi dapprima allo stile Chen di Tai Chi, in seguito anche allo stile Yang. Poi la passione per la Cina e le sue varie arti mi hanno portato a sceglierla come studio universitario, accanto a Giappone e India.



Quali sono i principi fondamentali di questa disciplina?
L’ascolto del corpo attraverso movimenti lenti, l’attivazione di catene muscolari lunghe e profonde (complementari alla muscolatura più esterna, solitamente coltivata dal fitness nostrano), la consapevolezza del respiro, del baricentro e dell’intenzione. Oltre allo sviluppo di movimenti a spirale, alla coltivazione della pienezza mentale e corporea, e dell’energia interna che si risveglia inevitabilmente con una pratica costante. Da qui si passa poi all’ascolto dell’altro, del suo baricentro e poi ancora, per chi volesse, alle applicazioni marziali.



Quali sono gli stili di Tai Chi più utilizzati e conosciuti?
I 4 stili di Tai Chi più diffusi sono Chen, Yang, Sun, Wu, dai nomi delle famiglie che li crearono. Lo stile Chen è il più antico, con movimenti circolari fluidi, bassi e faticosi. Lo stile Yang è invece il più diffuso e solitamente meno faticoso.



In che cosa consistono le Forme e gli Animali?
Le Forme non sono altro che delle sequenze di movimenti, inizialmente difficili da imparare, e che vanno ripetute fino a che il corpo non le ha assimilate. Solo allora inizia la vera pratica della Forma, attraverso la quale assimilare i principi dello stile specifico. È come se un coreografo mettesse tutti i segreti del proprio studio in una coreografia, per praticarla quotidianamente e insegnarla. Oltre ai movimenti sono molto importanti anche le posizioni statiche e la respirazione naturale.


L’imitazione degli animali è frequente nel Kungfu, anche se ci sono molte altre immagini visive, finalizzate ad attivare una mente inconscia e reattiva e una muscolatura profonda e posturale. A volte l’ispirazione proviene dai 5 elementi naturali (Fuoco, Acqua, Terra, Metallo e Legno) o da altri movimenti, o suggestioni ed emozioni, descrivibili in gesti. Una delle molte leggende sull’origine del Tai Chi dice che sia stato ispirato a un monaco taoista da un sogno, un’altra dalla visione di un combattimento tra un serpente e una gru, con conseguenti movimenti circolari per deviare e assorbire, alternati ad attacchi rettilinei e fulminei.



Quali sono gli obiettivi della pratica di questa disciplina?
Sicuramente è tra le pratiche che offre il ventaglio più ampio di possibili obiettivi/benefici che io conosca. Benessere psico-fisico, aumento dell’energia, guarigione da un’infinità di malanni, problemi e dolori, consapevolezza di sé e del proprio corpo, sfida con se stessi, miglioramento dell’umore, divertimento, passione, simpatia con il gruppo di allenamento. Come spesso accade si trovano affinità con alcune pratiche senza alcun motivo apparente, semplicemente perché ci fanno stare bene. Occorre non demordere per assaporarne i benefici, dopodiché non se ne può più fare a meno, come spesso accade quando si trova qualcosa che ci piace. Spesso i benefici si sentono dalla prima lezione, soprattutto a spalle e gambe.



È necessario avere una buona preparazione fisica per praticare il Tai Chi Chuan? A chi si rivolge?
Nel caso dello stile Chen la componente fisica è sicuramente importante, ma la si migliora iniziando a praticarlo, piano piano. Lo stile Yang è meno intenso fisicamente, ma anche in questo caso ci sarà un notevole miglioramento dell’equilibrio e della muscolatura delle gambe e della schiena, già dalle prime volte.
Gli esercizi possono essere praticati con varia intensità, fino a raggiungere anche una fatica estrema. Per questo sono adatti a tutti e modulabili individualmente su giovani, adulti e anziani. L’unico consiglio che posso dare ai bambini e giovani prima dei 25 anni è di abbinare anche una pratica più dinamica e atletica. I giovanissimi hanno bisogno di muoversi, correre, saltare, cadere e rialzarsi, per questo ci sono altri stili di Kungfu molto adatti, o altre attività altrettanto piacevoli. La passione è sempre da assecondare, forzare i giovani a una pratica che non amano è controproducente, qualunque attività sia, anche la più salutare.



Quali sono i principali benefici che derivano dalla sua pratica?
Obiettivi e benefici per quanto mi riguarda corrispondono. Sono qualcosa che è necessario trovare e coltivare ogni volta che si pratica. Gli obiettivi non devono essere una lontana aspirazione da raggiungere dopo qualche anno, perché dei benefici si sentirà la mancanza già dalle prime settimane di sospensione, per qualsiasi motivo avvenga. Sicuramente “stare bene” è tra i primi obiettivi. Rinforzare il corpo e la mente, allenarsi, mangiare sano. Non dimentichiamo che essendo un’arte marziale prevede anche un approfondito studio del combattimento, e molte scuole attualmente stanno valorizzando questo aspetto più che nei decenni passati.



Quali consigli si sente di rivolgere a chi per la prima volta si avvicina a questa disciplina?
Consiglio sempre di provare in diverse strutture, con diversi insegnanti. Ogni disciplina cambia enormemente a seconda di chi la insegna, ognuno segue percorsi diversi, per poi elaborarli a suo modo prima di riproporli. Quindi ci si potrà trovare molto bene con un maestro e molto male con un altro. Non solo può essere difficile trovare la pratica affine a ognuno, ma anche l’insegnante adatto. La ricerca è molto bella e stimolante. Non bisogna arrendersi ai primi tentativi, ma nemmeno far diventare questa ricerca infinita, cambiando sempre corso, attività e disciplina. Le maggiori soddisfazioni risiedono nell’approfondire e acquisire la maestria in una qualsiasi pratica per la quale si provi passione.



Per questo auguro un buon Tai Chi a tutti quanti voi, qualunque sia la Via che sceglierete di percorrere nella vita!





  • *Il termine “Kungfu” significa verosimilmente “estrema Abilità e Maestria frutto di estrema fatica”, una padronanza profonda raggiunta attraverso uno studio protratto nel tempo, attraverso la ripetizione e lo studio estenuanti.  Negli ideogrammi che lo compongono sono espressi i concetti di tempo e fatica. Secondo il pensiero cinese, in qualsiasi attività si può raggiungere il Kungfu: nella cucina o nello sport, nel giornalismo o in ogni pratica dell’umano agire e del pensiero. Non si raggiunge mai la maestria definitiva, ogni pratica può e deve essere affinata per tutta la vita.


Nathalie Anne Dodd

Inspiration

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