Roberto Ziranu parla dell’anima del ferro
È di ritorno da Assisi dove ha tenuto la sua ultima mostra monografica: una farfalla di un metro giganteggia di fronte al tempio di Minerva nella piazza del Comune, attraendo migliaia di turisti che, prima di scendere alla basilica di San Francesco, hanno una battuta d’arresto. È il ferro a sembrare vetro o è il vetro a confondere lo sguardo col metallo? «Credo la più interessante delle mie mostre - spiega Roberto Ziranu - sia per la tipologia dei visitatori che per l’intensità di scambio nelle emozioni, chi è stato ad Assisi potrà confermare: c’è una volontà di pace che attraversa le cose e le persone, una specie di esigenza. Era bellissimo quando domandavano informazioni sulle mie sculture ed io, svelandone il materiale, sentivo l’incredulità dei turisti: “iron?”, difficile da identificare a colpo d’occhio ma indubbiamente sono le coloriture che riporto sulle mie opere a trarre in inganno.»
Vincitore nel 2018 alla XXII Biennale di Roma perché nella sua opera, esposta nelle sale del Bramante, si rappresenta, nell’iconico corsetto, l’essenza universale di un immaginario femminile; questo autore è spesso accanto ad artisti dalla levatura internazionale a condividere una fama che lui però ritiene attribuibile ad un luogo al di fuori di sé.
«Sono solo il più piccolo dei Ziranu che ha deciso di sciogliere la fantasia -precisa Roberto - ho imparato da bambino il mestiere nella bottega di mio padre. Ho investito molto in questa cosa che però era anche la mia direzione; si spiega meglio nella mia precedente collezione Le vele, in cui il corpo delle le barche è realizzato in legno di ginepro, per simboleggiare profumi e consistenza della Sardegna, una terra da cui provengo e nella quale sto, le vele sono in metallo blu e alludono al viaggio sia come libertà che come condizione obbligata di ciascuno.»
Una platea internazionale nella recente manifestazione patrocinata dalla città di Assisi e dalla presidenza del Consiglio regionale Sardegna, in cui quaranta opere esposte nella sala all’ex pinacoteca si accostano alla proiezione di un video della storia dello scultore: sottotitoli che scorrono al di sotto di cinque generazioni. Una mostra di 15 giorni nella città che assiste immobile a un flusso cosmopolita nel luogo mistico tra turismo e storia: «Incredibile: dall’Australia a San Francisco - si sorprende Roberto Ziranu - la gente ha la stessa identica volontà di scoprire la bellezza nelle cose semplici o forse è Assisi ad avere questa capacità di cambiarci e, quando vedo la trasformazione, ne resto sempre un po’ turbato.»
Farfalle è quindi il tema di quest’ultima sua linea di produzione artistica ma in passato ha fatto di tutto: mele, corsetti, imbarcazioni, sculture e quadri in ferro, possenti o sottili, con sfumature cangianti dall’oro al blu, colori che si ottengono per sottrazione.
Se sulla tela infatti si applica il colore, col ferro si usa il fuoco ed è proprio il metallo a donare i colori modulandoli in funzione della temperatura che viene utilizzata. Questo procedimento viene detto fiammatura ma ovviamente le tecniche impiegate sono tante: dalla forgiatura, alla brunitura, all’incisione per un materiale come il ferro che è insieme povero ed antichissimo.
Per Roberto Ziranu forgiare non è solo costruire oggetti, è rivivere una suggestione di bambino al lavoro, l’immersività del suo gioco preferito che lo copre di polvere e di tecnica. La vocazione si insedia tra il detrito ferroso che si crea da limatura, levigatura, lucidatura e incisione: per Roberto significa scrivere con un dito su una sabbia nera e sottile, disegnare come fa un bambino che impara, a tre anni e nella bottega di suo padre, quello che vorrà fare da grande.
Nei suoi quadri in metallo la tela è una lastra in ferro che si incide su di una traccia fatta col gessetto, con una mola o un incisore, poi con una fiammata ecco apparire i colori.
La magia delle farfalle riprodotte da Roberto Ziranu, animali la cui vita media è di due giorni arrivando al massimo a dodici mesi, è unica nel suo genere, donando a ogni opera una luce che rivela passione oltre che una notevole perizia e abilità manuale. Roberto Ziranu è un’eccellenza a tutti gli effetti ed ha partecipato a numerose manifestazioni: a Porto Cervo al Simposio Internazionale, a New York all’Artigianato e Design negli Stati Uniti, a Stia alla Biennale Europea d’arte fabbrile, a Venaria a Torino per i 150 anni dell’Unità d’Italia, a Doha nel Qatar, a Ponte de Sor in Portogallo al Festival Sete sois sete luas.
l concetti che elabora provengono da una ricerca nel suo recente passato: è così che le forme della zappa del nonno ridefiniscono la saggezza di arcaici simboli femminili e maschili divenendo, solo col tempo, un’estetica che utilizza e trasforma la sua origine, la sua scultura e il suo modo di rappresentare la vita. La materia ferrosa reagisce ai suoi mutevoli bagni di fuoco e, quando Roberto Ziranu sceglie la collocazione nel contemporaneo delle sue sculture, sembra il rumore di un battito d’ali a prender vita nella sua farfalla che, tra tradizione e design, tra arcaico e attuale, ci interroga sul principio dell’impermanenza delle cose.
Anna Maria Turra