Rraro, il marchio di Roberta Raeli
Preferiva giocare a calcio coi ragazzi da bambina ma la nonna, una sarta di Alghero che sposa un cagliaritano, pretende che lei impari a cucire: Roberta Raeli è oggi la designer del brand Rraro e una professionista del cambiamento, la cui produzione sartoriale punta a un gusto vagamente retrò per un lusso accessibile. L’impronta resta quella della piccola giocatrice coraggiosa e mai in fuorigioco, la tecnica è quella di una cura meticolosa di dettagli e materiali: si esprime impreziosendo abiti che sembrano identità da indossare.
Gioconda di terzo nome esattamente come la nonna che, stagliata nei suoi ricordi di bimba con la bellezza altera delle donne di mare, la incoraggiava ad apprendere quelle competenze sartoriali oggi declinate in uno straordinario approccio di responsabilità sociale. Rraro è infatti un brand che si ispira al fronte di cambiamento che ha scosso l’intero settore moda nel 2013: la corrente Fashion Revolution. Non soltanto un movimento nato in Pakistan dopo il disastro ambientale causato da produzioni fuori controllo del segmento tessile, Fashion Revolution rappresenta il protocollo di un nuovo linguaggio che investe quell’industria moda che non vuole svestire il pianeta.
Fashion Revolution è oggi il manifesto di un nutrito gruppo di addetti ai lavori, tra consumatori e imprenditori, che uniti sono in grado di far slittare gli ingranaggi a livello planetario.
La giovanissima Roberta Raeli dagli studi artistici approda a Milano mentre il salto verso la produzione moda diventa predestinazione quando l’Istituto Marangoni, ancora accademia a conduzione familiare, la include nella rosa dei privilegiati pionieri di una sensibilità nel design che anticipa istanze e detta nuove condizioni. Poi il Marangoni diventa l’ateneo gigantesco di un sapere che si espande tra Firenze, Londra e Parigi, Shanghai e Shenzhen in Cina, Mumbai in India e Miami negli Stati Uniti. Ma Roberta Raeli decide che la sua area d’azione deve restare il nord est italiano trasformando Treviso nella sua città d’elezione. Per 16 anni Roberta ha lavorato in una grande azienda come Benetton maturando l’esperienza di consulenza che oggi usa per maison sul territorio. Confezionisti e tessuti italiani sono eccellenze di cui prendere coscienza e Roberta Raeli moltiplica le connessioni tra le differenti realtà.
Oggi Rraro è parte di Rete al femminile e di Fusioni creative, un’impresa collettiva di 7 donne che, tra consulenza e avanguardia, immettono contenuti di spessore in significativi fatti di mercato. Accanto a Roberta Raeli il team si compone di Elizabeth Rainer, Selina Angelini, Valeria Piludu, Roberta Pesce, Claudia Carrara, Eva Martini.
«Non ho dubbi che la moda abbia il potenziale per trasformare il mondo. Sappiamo che il cambiamento avviene non parlando ma agendo. Più siamo attenti, noi operatori del segmento moda, più diventiamo forti e maggiore diventa la visione condivisa per un’industria migliore».
Tra manifattura e ordini, alle spalle del glamour che la moda esprime, esiste un potere di cambiamento di passo, quello che ognuno promuove a partire da sé e da un preciso atteggiamento.
Il contenuto che Rraro esprime è l’indagine di tutto ciò che sta dietro al prezzo, con #uniqueasyouare appare inequivocabile una cifra che scompone i canoni di velocità di consumo e di produzione. Suggerisce un nuovo stile di acquisto e insieme di rivalutazione di un capo già posseduto.
«Ultimamente mi sto lasciando sedurre dalla fisica quantistica - spiega Roberta - e penso che il successo può essere anche sintesi di umiltà. I grandi stilisti, le loro scelte di responsabilità sociale ci guidano ma dobbiamo voler imparare».
Poi racconta di Heisemberg, uno dei fondatori della meccanica quantistica, un giorno tornando a casa in preda ad una febbre altissima, produce calcoli e una teoria sconcertante in cui le particelle in movimento vengono descritte solo nella loro posizione in quegli istanti in cui interagiscono con qualcos’altro: i neutroni non esistono sempre, esistono solo quando interagiscono.
«Credo nelle relazioni come potere in grado di cambiare - precisa Roberta Raeli - nella storia di un’intelligenza umana che, tra differenze e unicità, ha saputo invertire la polarità dei propri errori creando progresso».
Gioconda è un nome di donna del passato, classico ed evocativo come l’intento che la nipote Roberta oggi esprime nella sua ricerca di una motivazione nel consumo prima ancora che nella produzione. Nello stesso modo Rraro è un marchio che vuole sovrascrivere la storia, siglare indicazioni per migliorare un presente che in qualche modo ognuno è destinato a indossare.
Anna Maria Turra