Sa Domo de sa Poesia Cantada
Sa Domo de sa Poesia Cantada è la realizzazione di un’ispirazione di Paolo Pillonca e un accordo tra il Comune di Silanus e la casa editrice Domus de Janas: nelle stanze del palazzo Aielli, nel cuore del paese, si svolgono gare di poesia estemporanea e se ne incontra la storia.
Fabio Pillonca e l’amore per la poesia
«Mio padre - dice Fabio Pillonca - parlava dell’ispirazione come di qualcosa che sa appartenere sia alla bellezza che al tempo.» Classicista e poeta, Paolo Pillonca, è autore di una ricca bibliografia ed è un fine conoscitore di una tradizione isolana che lo porta a immaginare un museo dedicato all’arte della poesia improvvisata. Giornalista, scrittore, conoscitore attento e sensibile della cultura e della lingua sarda, scomparso tre anni fa, Paolo Pillonca è anche drammaturgo e paroliere di numerosi testi anche di Piero Marras.
Fabio Pillonca, come suo padre, sostiene che la poesia estemporanea più che appartenere all’improvvisazione attiene a qualcosa di mistico perché, servendosi del genio umano, accede al divino. Dopo aver fondato 20 anni fa la casa editrice di Domus de janas, polo di diverse testate tra cui la rivista Làcanas, anche in versione web, ora cura il lancio dell’omonimo palinsesto in cui si indaga tra le pieghe di una Sardegna che all’arcaico sovrappone un pensiero di straordinaria attualità. «Ragionamento e logica, talento ispirazione, sono le stesse chiavi del rap - svela Fabio Pillonca - che è di casa nella Domo: le nuove generazioni parlano sempre meno il sardo e la Limba nasconde fascinazioni che non hanno età, nei nostri programmi c’è il senso di un incontro tra estemporanei antichi e la cultura rap sarda, costituita da un fronte vivace che si autoalimenta in uno scambio davvero fertile tra i nuovi interpreti»
La poesia estemporanea
È un’arte antica che attraversa il mondo: non conosciamo il momento preciso in cui la poesia estemporanea ha assunto le formule e i riti con cui è oggi nota, ma sappiamo che i poemi omerici della Grecia arcaica e la poesia epica latina di Virgilio ne sono radici preziose. Un’arte che attrae la gioia e induce all’azione; forse nata tra le donne, allenate alla cura tra rime di ninne nanne e prefiche per i defunti, ha assunto in Sardegna caratteristiche uniche per tecniche, forme e contenuti. Quello della poesia improvvisata in Sardegna è davvero un mistero che dà voce, da diversi secoli se non da millenni, a una delle espressioni artistiche più originali e affascinanti dell’Isola.
I poeti sardi a Sa Domo
E ora in Sa Domo de sa poesia cantada ha finalmente trovato la dimora, con zone descrittive, un palco dove avvengono le sfide e un’area multimediale dove poter ripercorrere a video 100 gare poetiche che hanno fatto la storia o accedere a un archivio di oltre 3mila gare: un patrimonio immenso sulla poesia improvvisata in Sadegna.
Nella Domo sono di casa i protagonisti della poetica sarda di oggi: Bruno Agus, Salvatore Scanu, Nicola Farina, Dionigi Bitti, Tore Senes accanto ai poco più che trentenni Giuseppe Porcu e Diego Porcu, che sin da giovanissimi hanno guadagnato l’attenzione dei grandi. Ma è Bernardo Zizi di Onifai il protagonista ultra novantenne dal secondo dopoguerra, con la sua voce potente e melodiosa della stagione d’oro dei cantadores.
In un piccolissimo centro del Marghine, per quasi cinquant’anni hanno fatto sentire la loro voce in contemporanea, tra il 1953 e il 1999, due tra i più grandi cantadores di sempre, Marieddu Masala e Frantziscu Mura. Oggi gli interpreti di una realtà in evoluzione si sfidano per diventare i nuovi grandi.
Anna Maria Turra