Sa janna de su tempus a Muda Las Plassas: l’archeologia in lingua sarda
Dal 2019 sta andando in onda su Ejatv un programma televisivo capace di sperimentare con il linguaggio dell’arte e dell’archeologia. Si tratta di Sa janna de su tempus, un format in lingua sarda realizzato da Terra de Punt e incentrato sul mondo dell’archeologia sarda. Una delle ultime tappe è stata nientemeno che al Muda Las Plassas, il museo multimediale del Regno di Arborea che ha accolto l’archeologo Nicola Dessì. Il conduttore ha avuto il piacere di intervistare il direttore Giorgio Murru ripercorrendo i punti salienti di questo progetto.
«Janna de su tempus - affermano gli organizzatori del museo - in sardo significa la porta del tempo, una porta che si vuole aprire alla storia della Sardegna con l’obiettivo di prendere per mano chi non conosce la complessità culturale dell’isola e portarlo alla scoperta di un mondo sorprendente, lungo una linea del tempo che prende le mosse oltre diecimila anni fa».
Nel loro caso hanno saputo utilizzare l’intera potenzialità dei prodotti multimediali e delle nuove tecnologie per raccontare la storia con un approccio diverso rispetto ai confini di una comunicazione specialistica. Oltre ai reperti medioevali del Castello di Marmilla all’interno della struttura è possibile servirsi di strumenti digitali immersivi che rispondano alle esigenze di apprendimento delle nuove generazioni.
Allo stesso tempo, però, il museo non si dimentica del suo passato. Mantenere intatte le proprie origini non solo generano benefici sul territorio, ma è un valore da preservare con forza come dimostra proprio la scelta di Sa janna de su tempus di produrre un episodio proprio a Las Plassas.
Lo scopo del progetto, finanziato dall’assessorato Regionale della Pubblica Istruzione, Beni Culturali, non è solo la promozione della cultura attraverso il mezzo di comunicazione di massa più conosciuto come la televisione, ma anche la creazione di contenuti accessibili e originali legati all’isola. La particolarità di questa produzione è la sua vocazione internazionale dato che, nonostante gli episodi vengano girati in sardo, ogni puntata viene sottotitolata in inglese.
Altra particolarità è il ricorso a strumenti multimediali. In alcune puntate, infatti, sono presenti diversi approfondimenti video compiuti nell’ambito del progetto Patrimonio Culturale - Sardegna Virtual Archaeology. Un\'occasione per ricreare i modelli dell’epoca - come i siti archeologici - utilizzando ricostruzioni in 3D davvero accurate per rendere l\'esperienza ancora più immersiva.
Riccardo Lo Re