Sa Testa, il pozzo sacro a due passi da Olbia
Si può solo immaginare come dovesse apparire il paesaggio alle civiltà nuragiche locali che vissero dove oggi sorge la città di Olbia tra il XV e il XIII secolo a.C.
Probabilmente dove è posizionato il centro commerciale e ancora oltre, dove si trovano gli edifici e le case, un tempo si spandevano foreste in ogni direzione, intervallate da grandi formazioni di granito e roccia e da radure, vicino alle più rigogliose delle quali si trovavano probabilmente anche degli insediamenti umani.
Se però torniamo con la mente davanti all’odierno centro commerciale possiamo anche immaginare, grazie alle scoperte degli ultimi anni e alla clemenza del tempo, una grande celebrazione che probabilmente al tempo riusciva a riunire in un unico luogo le comunità nuragiche di gran parte della Gallura, un evento solenne e magico che per un momento collegava l’uomo alla divinità: la celebrazione delle divinità dell’acqua presso il pozzo sacro.
Oggi il pozzo sacro di Sa Testa, scoperto negli anni Trenta da dei pastori e poi riportato alla luce e restaurato nell’arco dei successivi trent’anni, ci racconta proprio la storia di quei riti così intimi e importanti, di quel passaggio dal mondo dei vivi a quello successivo.
Arrivando sul sito circondato di alberi di mirto e querce si può quasi immaginare la folla di fedeli riunita intorno e dentro il cerchio di pietre. Il rituale infatti era compiuto collettivamente e ognuno poteva portare delle offerte alle divinità e posarle sulle grandi pietre esterne finemente lavorate.
La forma di questo pozzo richiama quello di una serratura e quindi di un ingresso che culmina nel vero e proprio accesso sotterraneo. Basta osservare il vestibolo che scende nell’oscurità della terra tramite i gradini in pietra di scisto per comprendere davvero la solennità di questo percorso.
La discesa infatti avrebbe portato il fedele fino alla fonte d’acqua perenne e alla grande sala sotterranea alta quasi 7 metri sormontata da una cupola a tholos, forse il luogo in assoluto più vicino al soprannaturale e agli antichi dei.
All’esterno possiamo intuire un’altra struttura sovrastante di cui oggi resta solo la base e che probabilmente in passato era stata proprio un’ulteriore cupola.
Il pozzo sacro è una struttura tipica della Sardegna e ancora oggi non sono stati svelati tutti i misteri ad esso collegati, lasciando aperti molti interrogativi su come funzionassero questi rituali e chi li celebrasse e contribuendo ad aggiungere quell’aura di misticità e magia che da sempre permea la civiltà dei nuraghi e le loro tradizioni.
Info utili
Oggi il pozzo si trova all’interno di un’area verde protetta dentro la quale è possibile non solo ammirare lo stesso monumento, accompagnato da un cartello illustrativo che ne racconta la storia ma anche fare una passeggiata nel giardino di piante della macchia mediterranea che crescono tutt’intorno, anch’esse complete di informazioni descrittive.
L’accesso al sito è gratuito e si entra senza essere accompagnati da una guida.
Benedetta Piras