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Salvata una tartaruga marina che aveva ingerito una lenza
24 Marzo 2021

Salvata una tartaruga marina che aveva ingerito una lenza


Il mare dovrebbe essere un luogo sempre sicuro per chi lo abita. Invece la fauna marina continua a dover fare quotidianamente i conti con le condotte tutt’altro che sostenibili da parte dell’uomo. Nei giorni scorsi, per esempio, nel mare gallurese è stata recuperata l’ennesima tartaruga in evidente stato di difficoltà. La Caretta Caretta, di 55 centimetri di lunghezza, è stata trovata con una lunga lenza sia nella bocca che nella cloaca. Inoltre, sono stati riscontrati alcuni traumi sul carapace, sicuramente causati dall’impatto dell’animale contro gli scogli.



Il recupero e le cure


L’esemplare di Caretta Caretta, che è la specie di tartaruga marina più diffusa nel Mediterraneo, è stato recuperato dai biologi dell’Area marina protetta di Tavolara nell’arenile del Pevero, poco lontano da Porto Cervo. Poi l’animale è stato subito trasportato al Cres di Oristano, dove è stato infine sottoposto ai controlli e alle cure dei veterinari. Un ritrovamento, quello della tartaruga, che conferma quanto sia diffusa la problematica dell’inquinamento da plastica dei mari di tutto il mondo. Ogni anno sono infatti tantissimi gli animali che muoiono a causa delle plastiche e delle lenze da pesca abbandonate dall’uomo.



«Intraprendere e stimolare stili di vita più sostenibili e una attenzione maggiore alla gestione dei nostri rifiuti è una priorità fondamentale per il futuro del nostro pianeta e per proteggere la fauna marina» commenta Augusto Navone, il direttore dell’Amp di Tavolara.



«Ringraziamo per la celere comunicazione il giardiniere del Pevero, Alessandro Cuccu, la Capitaneria di porto di Porto Cervo, che ha ricevuto la segnalazione e ha tempestivamente allertato i nostri uffici, e la Blon del Corpo Forestale, per il supporto nelle attività di recupero – continuano dall’Area marina -. Questa operazione rientra all’interno delle attività della Rete regionale per la conservazione della fauna marina di cui l’Amp di Tavolara è parte attiva e referente insieme alla Guardia Costiera, al Corpo forestale e alla Regione autonoma della Sardegna».



I precedenti


Solo alcune settimane prima un’altra tartaruga era stata recuperata al largo di Capo Testa, nell’estremo nord della Sardegna, da parte del Parco nazionale della Maddalena e dei volontari dell’associazione SeaMe Sardinia. La Caretta Caretta, ribattezzata Speranza Teresina e trasportata al Crama dell’Asinara, aveva poi cominciato a espellere della plastica. Invece due anni fa, poco lontano da Porto Cervo, era stato trovato un capodoglio ormai senza vita. Il cetaceo, lungo 8 metri, era morto dopo aver ingerito a spasso per il Mediterraneo un qualcosa come 22 chili di plastica. Adesso il suo scheletro, in base a una convenzione e a un finanziamento del Parco della Maddalena, si trova nei laboratori dell’università di Padova. Dopo un particolare processo di ricostruzione, lo scheletro sarà infine esposto in una struttura sull’isola di Caprera.



Dario Budroni


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