Sapori genuini e segreti di longevità
Un viaggio culinario tra le bontà della Sardegna
Un viaggio sentimentale e scientifico nel cuore della Blue Zone.
Nel 2015, girando il documentario Il Club dei Centenari, ho avuto il privilegio di immergermi nella realtà straordinaria della mia Ogliastra, terra di centenari e di sapori autentici. Da allora, la mia vita ha preso una piega inaspettata, trasformandomi in un vero e proprio esperto di longevità, seppur privo di una formazione scientifica. Da Questa mia specializzazione nel 2022 è nata la prima edizione del Longevity fest a Porto Cervo, che quest’anno a settembre arriva alla sua terza edizione.
Oltre il cibo: un modello di vita unico
Non è un caso che io sia nato e cresciuto proprio in Ogliastra, e a Urzulei, paese di mia madre, dove ho trascorso la mia infanzia tra le mura accoglienti dei miei nonni. I miei ricordi sono intrecciati con i profumi inebrianti di culurgiones, fregula, capretto, pecora, maiale, prosciutto e verdure spontanee che arricchivano la nostra tavola ogni giorno. La longevità non si limita al solo cibo, seppur delizioso e genuino. È un vero e proprio stile di vita, caratterizzato da un ritmo lento e scandito dai cicli della natura, dal duro lavoro manuale che ci tiene in movimento e ci connette alla terra, da un forte senso di comunità e dal piacere di stare insieme.
Sfatare i miti
Spesso ci si concentra unicamente sulla domanda: “Cosa mangiano i centenari?”, come se la ricetta della longevità fosse racchiusa in un elenco di cibi miracolosi. Ma la vera domanda è: “Cosa non mangiano i centenari?” La risposta è semplice: cibi conservati, esotici e raffinati. La loro alimentazione si basa su prodotti freschi, locali, stagionali e poco elaborati, in pratica tutti i cibi ultra-processati sono banditi. Contrariamente a quanto si crede, la carne non è bandita dalla dieta dei centenari sardi. Tuttavia, il suo consumo è moderato e si tratta sempre di carne di animali allevati con amore e cura, in libertà nei vasti paesaggi del Supramonte e del Gennargentu. L’alimentazione dei pastori sardi di un tempo era ricca di carboidrati, principalmente pane carasau preparato con lievito madre, formaggi come il ‘casa ascedu’ e ortaggi e erbe spontanee. Tra le pietanze più singolari che ho scoperto durante il mio viaggio, c’è la ‘sa fitta e lande’, una fetta di ghiande ottenuta da un’emulsione di argilla e ghiande bollite, dal sapore amaro ma ricca di proprietà benefiche. Probabilmente un mix tra i tannini delle ghiande che sono molto più abbondanti di quelli del vino e il potere purificante dell’argilla. Come nella medicina tradizionale cinese e da quella ayurvedica indiana, per i sardi longevità e salute partono corretta alimentazione creando un equilibrio perfetto per la prevenzione delle malattie.