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Brandili, un piccolo comune per un grande evento di eSports
17 Dicembre 2020

Brandili, un piccolo comune per un grande evento di eSports


Ci sono partite che segnano le sorti di un campionato. Nel caso di Brandili, un piccolo comune sardo di 78 abitanti, questa sfida calcistica pone come unica condizione la partecipazione attiva della gente. Può sembrare un paradosso, visto il momento storico in cui stiamo vivendo. Ma il Sardegna eSports Cup (19 - 20 dicembre) non avrà luogo in un posto fisico, bensì su una console, la Playstation 4. Certo, il campo virtuale avrà le stesse misure dell’area di gioco, ma la fortuna di avere a disposizione queste tecnologie permetterà ai giocatori di tutta Italia di condividere due giornate di sport senza essere in presenza.



In epoca Covid, molti si stanno reinventando per trovare delle soluzioni. Pensando a un piccolo comune della Sardegna, il coronavirus ha di certo incrementato il distacco che si sta venendo a creare tra i suoi abitanti. Lo stesso discorso vale per le grosse città, ma gli effetti si sentono di più in queste mini realtà sotto i mille abitanti.



Il gaming e gli eSports come cura


«La pandemia da Covid19 - afferma il sindaco di Baradili Lino Zedda - rischia di portare i piccoli paesi in uno stato di isolamento ben più profondo di quello a cui siamo abituati: un isolamento non solo geografico ma anche psicologico». Il distanziamento sociale, utile per combattere il virus impedendone una diffusione capillare, va però bilanciato con dei legami che devono servirsi di altre vie. Le videochiamate di gruppo, ad esempio, tanto usate nel primo lockdown. E gli eSports, che da essere screditati hanno ricevuto il sostegno anche da alcune istituzioni internazionali. La ricerca di GFK mostra un incremento del +67% di vendite di console, che si è tradotta in un aumento del consumo del 35% durante il primo lockdown. Il gaming può essere la cura dall’isolamento, nonché un modo efficace per comunicare con milioni di persone. E lo ha capito l’Organizzazione mondiale di sanità, che con la campagna #PlayApartTogether ha voluto dare un segnale alla popolazione. Rimanere a casa si può, ed è sufficiente un joystick e una connessione di rete.



Sardegna eSports Cup, il calcio d’inizio 


A proposito di rete, la scelta di Brandili è interessante per diversi motivi. Uno  viene espresso direttamente dal sindaco del paese. «Ci sembra il modo migliore per accorciare le distanze in un momento in cui siamo costretti alle restrizioni».



Un altro è riformulare le reti di relazioni, riportando centralità attorno ai piccoli borghi italiani. Il comune sardo si è servito della conoscenza della società benefit Nabui, che dal 2012 promuove attività per una società che punti alla sostenibilità e a dei modelli che arginano fenomeni negativi come lo spopolamento e i cambiamenti climatici.




«Il lockdown - spiega il responsabile del programma Nabui eSports Series Tomaso Ledda - ci ha posto davanti alla sfida di tenere unite le comunità da lontano. A Baradili abbiamo condotto una ricerca sociologica con i ragazzi di una comunità a rischio demografico e abbiamo scoperto come gli sport digitali possano essere una risposta al tema della coesione e della socialità in una condizione di forte isolamento».




Per partecipare, sarà necessario iscriversi al sito playgamematch.com. Dal 27 novembre sono cominciate le prime registrazioni, che termineranno nel momento in cui di raggiungeranno i 128 giocatori. Non resta che darsi appuntamento il 19 e 20 sul canale Twitch @Nabui_live, dove verranno trasmessi i match di Efootball Pes 2021 in compagnia del testimonial Alfonso Mereu, campione dEuropa di eEuro2020.



Riccardo Lo Re


Credits

Immagine di copertina


  • julian hochgesang @unsplash


Foto


  • florian olivo @unsplash


  • igor karimov @unsplash


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