Sardegna, le domus de janas sognano l’Unesco
Le osservi e resti stupefatto. Scavate nella nuda roccia con una pietra ancora più dura, e risalenti a un periodo molto più antico dell’età nuragica, le domus de janas rappresentano uno dei simboli indiscussi della Sardegna. E adesso, insieme ai dolmen, ai menhir e ad antichi villaggi, potrebbero ottenere il riconoscimento più ambito: Patrimonio dell’umanità dell’Unesco. La prima parte dell’iter, avviato già alcuni anni fa, si è concluso con una buona notizia. Le domus de janas, cioè le preistoriche strutture sepolcrali sparse in tutta l’isola, sono state infatti inserite nella tentative list nazionale. E questo grazie al parere favorevole del ministero della Cultura e della Commissione nazionale italiana Unesco.
Verso il riconoscimento
Le domus de janas, così come le altre costruzioni della preistoria sarda, sono una straordinaria testimonianza di ciò che le antiche popolazioni isolane erano in grado di realizzare. Per questo il Centro studi Identità e Memoria, guidato dalla studiosa Giuseppa Tanda, ha avviato, insieme a 63 Comuni isolani, il lungo percorso che punta a far riconoscere le domus de janas come Patrimonio dell’umanità. «È l\'unica candidatura italiana che presenta la sua preistoria e questa è la forza del nostro progetto» ha spiegato Tanda all’Ansa. «L\'attenzione verso questi siti dislocati su tutto il territorio sardo, anche in zone a rischio di spopolamento, può essere di stimolo per la loro salvaguardia e attrarre il mondo verso la nostra identità culturale» ha aggiunto, sempre all’Ansa, Cristina Muntoni.
I siti archeologici
Sono numerosi i siti che il Centro studi Identità e Memoria ha selezionato e proposto per dare forza alla candidatura. Sono in tutto 35. Ci sono naturalmente tante domus, da quella di Santu Pedru di Alghero a quella di Sant’Andrea Priu di Bonorva, e anche altre diverse strutture sempre risalenti alla preistoria, tra cui la necropoli Li Muri di Arzachena, a pochi chilometri dalla Costa Smeralda.
«L\'isola conta circa 3.500 domus de janas, di cui almeno 250 decorate: testimonianze di altissimo valore artistico con rari riscontri, come l\'ipogeo preistorico di Hal Saflieni, a Malta, monumento già inserito nella lista del patrimonio mondiale dell\'Unesco, dei riti funerari della Sardegna tra il V e la fine del III millennio avanti Cristo», ha ancora spiegato all’Ansa Giuseppa Tanda. E mentre si incrociano le dita per le domus de janas, si attende anche che termini l’iter, avviato mesi fa, che punta a far inserire nella lista dei Patrimonio Unesco anche i nuraghi.
Dario Budroni