Servillo e la magia di Grazia Deledda nel contesto fiabesco del Nuraghe Albucciu
Parole che sembrano scritte per immagini. Suggestioni che dalla carta si librano nell’aria brillando di vita propria, come per le scene di un film che scorrono una dopo l’altra, grazie all’interpretazione di uno degli attori italiani più apprezzati al mondo. Toni Servillo legge Grazia Deledda per un’anteprima speciale organizzata da Cedac e dall’associazione Deamater di Arzachena in uno dei luoghi più suggestivi del territorio: il nuraghe Albucciu. Certamente tra i siti archeologici più affascinanti della Sardegna. Immersi in un boschetto di olivastri, con i fitti rami che filtrano la luce della mezzaluna, con la colonna sonora del cinguettio melodioso dei grilli e delle cicale a dialogare con le parole di tre novelle della grande scrittrice sarda premio Nobel per la letteratura: Il pastorello, La fanciulla di Ottana e Le due Giustizie. Per un pubblico fortunato, i biglietti sono stati polverizzati nel giro di qualche ora, attento e affascinato dal contesto e dalla presenza straordinaria dell’attore de La grande Bellezza, di È stata la mano di Dio, de Il Divo, di Ariaferma e di tanti altri capolavori del cinema italiano.
“La strada era ripida, polverosa: ma arrivati in alto i tre ragazzetti videro il mare, tutto color d’oro, con un monticello azzurro davanti, e sentirono fresco come se la spiaggia fosse lì vicina. Intorno alla chiesetta sorgevano tende e capanne; fanciulle vestite di giallo e d’azzurro vagavano nel bosco, piccole, sotto gli elci secolari e le rocce enormi, come farfalle variopinte” le immagini descritte ne Il Pastorello sono pura poesia che evocano una Sardegna agropastorale fatta di miti e fiabe.
«Sono molto emozionato nell’esser qui in questo sito archeologico - ha voluto commentare Toni Servillo al termine della lettura della prima novella -. Stiamo facendo teatro come si faceva un tempo e questo è il luogo più adatto in cui queste parole possano manifestarsi. A poca distanza dai luoghi ci sono la montagna, c’è il nuraghe, c’è il bosco, c’è la notte, ci sono le stelle. C’è tutto quello che c’è scritto come in questo secondo racconto che sto per leggere dal titolo La Fanciulla di Ottana».
La storia di Juannicca che proprio come “una bella addormentata nel bosco” viene colpita da un sortilegio prima di convolare a nozze con il suo principe azzurro. “Era alto e bello, coi capelli lunghi svolazzanti come nastri di raso nero; e di sotto le folte sopracciglia i suoi occhi neri brillavano come stelle sotto le nuvole. Salutò Juannicca gridando: — E cosa fai? — Così sto! – ella rispose. Guardarsi e innamorarsi fu la stessa cosa”. E così anche ascoltare e innamorarsi della scrittura di Grazia Deledda diventano la stessa cosa in questa serata magica che rimarrà per molto tempo presente nei ricordi di chi ha partecipato. «Il terzo racconto Le due giustizie - ha poi concluso Servillo - ricorda molto il film Ariaferma che abbiamo girato a Sassari ed è molto strano, perché fa pensare molto la vicenda di questo innocente». Lo spettacolo di Servillo è stato poi bissato per la prima nazionale in un altro luogo magico: il teatro romano di Nora, a Pula nella costa a sud ovest dell’Isola.
Davide Mosca