“Sì, lo voglio”, storie di unioni civili in Italia
Si chiama Sì, lo voglio il nuovo libro dello scrittore e giornalista Giovanni Follesa, uscito a giugno con People editore. L’opera racconta le storie di alcune coppie omosessuali, una per ogni regione italiana, che all\'indomani dell\'approvazione della Legge Cirinnà - avvenuta il 20 maggio 2016 - hanno deciso di sposarsi. “Sono storie che ripercorrono la storia del movimento Lgbt+ in Italia - esordisce l’autore -. Si può dire che sia un sequel del libro We are family (2021, Janus editore), che esplorava cosa stesse accadendo nell’Isola e che ha avuto già tre ristampe. Con Sì, lo voglio ho allargato il raggio al territorio nazionale, col desiderio di fare il punto della situazione a cinque anni dall’approvazione della legge Cirinnà, anche dal punto di vista statistico”. Gli ultimi dati Istat, dopo il boom di unioni civili nel 2017 (4376), sono in risalita dopo il periodo Covid e registrano nel 2021 un +39,6% rispetto al 2020, e un 22% in più nel 2022, con prevalenza di unioni maschili. “Lavoro su questi argomenti dal 2020, il mio modus operandi è stato quello di entrare in punta di piedi nelle case di queste famiglie”. Nichi Vendola, ex presidente della regione Puglia e fondatore del partito Sinistra, Ecologia, Libertà (SEL) ha regalato la prefazione al libro raccontando la propria storia.
Dopo We are family, che per la prima volta in Italia ha raccontato che cosa sono e perché si è arrivati alle unioni civili dalla voce dei diretti interessati, anche Sì, lo voglio si è configurato come un libro di attivismo sociale e politico. “Le situazioni che stiamo vivendo oggi, come quelle che vedono primi in classifica libri autopubblicati come quello del generale Vannacci, impongono il bisogno di una scrittura militante. Per chi fa del proprio mestieri la narrazione - continua Follesa - penso sia fondamentale riuscire a raccontare il quotidiano. Non è eccezionale una conquista che fa parte della nostra vita, non c’è nulla di straordinario in due persone che si tengono per mano in strada. L’eccezionalità è ancora oggi nei comportamenti omofobi: un dato Istat ci dice che nel 2021 le coppie unite civilmente hanno dichiarato di avere timore di passeggiare”.
Follesa, che vive tra Milano e Cagliari, reputa la Sardegna “una regione molto accogliente. Gli esempi positivi arrivano da certe amministrazioni, come quelle di Quartu e Assemini, che per prime hanno istituito un assessorato alle tematiche Lgtb, ma anche la scuola può fare tanto, per esempio istituendo finalmente veri e propri corsi di educazione ai sentimenti. Ora sta ai figli educare i genitori. C’è una cosa invece che la politica non dovrebbe continuare a fare: insistere su questi argomenti per spaccare il paese e fomentare la divisione”.
Le prossime presentazioni del nuovo libro di Follesa saranno il 16 settembre a Cagliari (Giardini pubblici) e il 19 settembre a Quartu (ex convento Cappuccini).
Laura Fois