Sinzos di Laura Puggioni
Laura Puggioni, artista e ceramista cinquantenne, ha dato al suo spazio un nome che ha molto a che fare con il suo lavoro, Sinzos, cioè segni, in nuorese.
Un inizio particolare per una passione che si presenta presto e che Laura racconta: «È una lunga storia. Sai quando da bambina ti chiedono ‘cosa vuoi fare da grande’? Io rispondevo ‘disegnare’. Hai in mente quando alle elementari di danno il temino? Io scrivevo quattro righe e poi riempivo i fogli di disegni e disegni, - continua Laura - avevo le idee molto chiare e anche grazie alla mia famiglia e a mio padre sono riuscita a fare quel percorso, nonostante fossimo una grande famiglia: siamo in sei e tutti siamo stati liberi di studiare, oltre le superiori, quello che più ci interessava e piaceva».
Il percorso di studi
E per Laura c’è stato il percorso classico, istituto d’arte con indirizzo architettura e design e poi l’accademia a Sassari, con la specializzazione in pittura e una tesi su cinema e pittura. «Ho sempre amato la ricerca dello spazio, dell’essenzialità, della forma e della pulizia. Oltre al segno: riempivo fogli e fogli di righe in un esercizio che mi è servito molto anche a dare elasticità alla mano», racconta.
L’amore ha portato Laura a Roma e lì mentre lavorava come cameriera a Trastevere «per mantenermi», ha iniziato a frequentare un laboratorio di ceramica. E poi corsi con grandi esperti ceramisti, a Cuneo con Claudio Vigna e con il maestro Cimati di Faenza.
Il ritorno a Nuoro
Una scelta di vita la riporta a casa, a Nuoro dove inizia il suo vero e proprio percorso di artista. «Ho puntato su una cosa che mi corrisponde di più - spiega – sviluppare cioè l’idea creativa a livello di decorazione, utilizzando prototipi che costruisco da sola con la sfoglia che mi permette di fare quelle forme squadrate e geometriche che preferisco. Si tratta di un lavoro molto lungo che però mi fa raggiungere il mio obiettivo». Nasce così una serie di animali che Laura ha chiamato Mutanti vanità dove la forma originale muta e l’animale statico, diviso in due e riflesso in uno specchio, cambia e se lo si mette vicino ad altri analoghi, forma una sorta di composizione di gregge.
Le opere di Laura Puggioni
C’è la Sardegna nelle sue creazioni. «Ho decontestualizzato alcuni oggetti della tradizione sarda, - spiega Laura Puggioni - le \"frande\", cioè i grembiuli che sui costumi tradizionali consentono di identificare la provenienza da un paese piuttosto che un altro, oppure i bottoni dove riproduco la filigrana o l’intreccio della cestineria sarda mentre nelle fiandre lavoro sulla tessitura e sul broccato traslandolo sulla ceramica».
Ecco allora che bottoni ingigantiti diventano forme rotonde, concave o convesse che, appese su una parete, escono dal muro come bolle e diventano inserti pittorici con una sovrapposizione di smalti e colori. «In alcuni casi sfrutto i difetti della ceramica dovuta alle diverse cotture e li valorizzo creando effetti di craquelé oppure inserisco tessuti particolari, broccati, sete o velluti ad esempio, che in qualche modo sono un proseguimento del discorso pittorico, alle volte parto addirittura dal tessuto per la realizzazione del bottone!».
I disegni delle frande, ingigantiti o rimpiccioliti, “con una forzatura delle forme”, diventano pannelli di diverse dimensioni o testate di letto oppure oggetti di arredamento. Anche nella linea tavola Laura Puggioni sviluppa temi che danno a oggetti di uso comune - piatti, ciotole, tazze, scolapasta - una natura suggestiva e speciale.
Nella visione artistica di Laura c’è la storia e la cultura di un popolo che, come lei stessa dice: «non è solo di mare e di terra ma è del pianeta intero: tutto che si esemplifica in ogni angolo dell’isola, anche se secondo me il colore della Sardegna è il terra di Siena».
Anna Maria Turra