Sugar addiction - Quando la dolcezza dà dipendenza
“Basta un poco di zuccheroe la pillola va giù…
la pillola va giù…”
(Mary Poppins)
Tanto per metter le cose in chiaro io lo zucchero lo amo, non sopporto gli integralisti delle diete e i nutrizionisti dell’ultim’ora. Mi piacciono i dolci di ogni forma e colore, biscotti e pasticcini, macaron e mousse, cioccolate e cioccolatini, cannoli e cassate, crostate, tiramisù e muffin. Ma, quel “poco” di zucchero della cara Mary Poppins pare proprio che faccia la differenza, e cerco di prestare attenzione a quel che mangio; essere consapevoli è già un primo passo. Un poco di zucchero nel caffè, mezza dose nella ricetta preferita, un cucchiaino di miele nel latte, qualche frutto di stagione. E anche uno strappo ogni tanto. Così va bene, è sano (in assenza di patologie conclamate) e ci dà quella piccola spinta che nell’arco di una giornata può essere necessaria.
Ma, ahimé, lo zucchero ora sembra onnipresente, perché si trova nascosto in tantissimi alimenti che sapore dolce non hanno (provate a leggere le etichette dei cibi pronti per rendervene conto) e così si supera il limite quotidiano raccomandato senza accorgersene, e soprattutto senza provare il piacere di far sciogliere un cioccolatino in bocca.
Associamo lo zucchero a piacevoli trasgressioni e a ricordi infantili. “Ti do una caramella se ti comporti bene”, quante volte ve l’hanno detto da bambini? Ecco che il dolce, vissuto come premio o consolazione, crea un equivoco nella nostra psiche che ci sta mandando un altro segnale, quello dell’insoddisfazione, della noia, della tristezza o di un dolore difficile da superare. E alla lunga questo equivoco genera una dipendenza dallo zucchero che non risolve il problema, ma dà solo un momentaneo sollievo, innescando poi una spirale di sensi di colpa.
Ai nostri giorni si sta verificando una vera e propria dipendenza da “comfort food”, e gli zuccheri assieme ai cibi grassi sono in cima alla lista, spesso associati. Si parla di “sugar addiction” quando si desiderano fortemente alimenti dolci ed è estremamente difficile, se non impossibile, controllarne il consumo. “Un segno della dipendenza da zucchero è il bisogno di aumentarne sempre più la dose per soddisfare il desiderio”, afferma Erin Akey, nutrizionista e chef.
Studi medici confermano che lo zucchero aumenta il rischio di malattie cardiovascolari e di diabete di tipo 2, ma può anche aumentare il rischio di alcuni tumori, e favorisce l’obesità.
Ma anche senza arrivare alle patologie più gravi si riscontrano sbilanciamenti delle risorse vitaminiche e minerali, aumento di trigliceridi e di colesterolo “cattivo”, peggioramento dell’assorbimento di calcio e proteine, e maggior rischio di produzione di calcoli renali. Fra i disturbi più ricorrenti ci sono emicrania, problemi al tratto gastrointestinale, aumento di allergie e di stress ossidativo.
Un primo segnale della dipendenza è che si mangia lo zucchero anche quando non si ha fame. Se dopo un pasto abbondante c’è ancora spazio per una grande fetta di torta, o come sostiene la nutrizionista Lisa Richards, “se vi trovate a mangiare regolarmente spuntini dolci, probabilmente non mangiate abbastanza proteine e grassi sani di cui il vostro corpo ha bisogno. La chiave è rappresentata dal consumo di alimenti ricchi di micronutrienti e macronutrienti di cui l’organismo ha bisogno per funzionare e prosperare”.
La dipendenza da zucchero può essere sia comportamentale - ci si abitua a mangiare zucchero dopo i pasti o in momenti critici della giornata - sia di tipo chimico. “Lasciare lo zucchero troppo bruscamente può causare sintomi di astinenza”, sostiene Adam Kadela, fondatore di Dexafit. “Il modo migliore per rinunciare allo zucchero è lentamente, tagliandolo un po’ alla volta”.
Adottare una dieta bilanciata e praticare un’attività fisica all’aria aperta – la luce fornisce anche vitamina D e aumenta la serotonina, detta “ormone del buonumore” – in genere aiuta a essere meno attratti dagli spuntini. Tutto ciò non per escludere totalmente gli zuccheri semplici dalla vostra vita, ma per provare vero piacere quando è il momento di gustarli. Da soli o in compagnia, purché sia dolce.
Nathalie Anne Dodd
I suggerimenti sopra riportati hanno scopo esclusivamente informativo e divulgativo, senza nessuna finalità terapeutica, e non sostituiscono in alcun modo il parere del medico.
Fonti: Kimberly Holland
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