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Tortu, una freccia scoccata dalla Gallura
21 Settembre 2021

Tortu, una freccia scoccata dalla Gallura


Quel Pietro Mennea a cui nel 2018, a 20 anni appena compiuti, scippò il primato (che resisteva dal 1979) correndo i 100 metri in 9”99, primo italiano della storia sotto i 10\" sulla distanza, Filippo Tortu bambino lo incontrava ogni volta che da Tempio Pausania, paese natale del padre Salvino, andava a Olbia col fratello Giacomo ad allenarsi. Non solo: col nuovo primato di 20”11 sui 200 metri appena stabilito a Nairobi, in Kenya, Tortu ha stabilito il primato personale, diventando il secondo italiano di sempre, alle spalle del grande Pietro. «Lo incrociavo su questa stessa pista mentre si allenava d’estate: è un ricordo indelebile», ha raccontato a Olbia nel 2019, in occasione dell’inaugurazione della 8 corsie della nuova pista d’atletica del Fausto Noce, l’oro olimpico a Tokyo nella staffetta 4x100, milanese di nascita, gallurese di origine.



«Per preparare le Olimpiadi», aveva anche detto Tortu, «l’affetto del popolo sardo sarà una spinta in più». Naturale, allora, che lo scorso 6 agosto, mentre Filippo bruciava al traguardo la staffetta inglese, sconfitta con un centesimo di vantaggio, con i compagni Lorenzo Patta (di Oristano), Marcell Jacobs ed Eseosa Desalu, la squadra azzurra in missione in Giappone e l’Italia intera, esplodesse tutta la Sardegna. E pazienza se nella sua specialità, a Tokyo, ha deluso le aspettative. «L’affetto della gente è stato determinante: dopo i 100 metri ero demotivato e vedere le persone che ti vogliono davvero bene rimanerti accanto per sostenerti, dà una forza inimmaginabile», ha raccontato a caldo l’atleta delle Fiamme Gialle.



«Ho dovuto cambiare umore in fretta ed era giusto così, perché non si trattava più solo di me: c’era da correre la staffetta e lo dovevo ai miei compagni di squadra. Sono troppo contento che tanto impegno sia andato a buon fine». Ma anche stremato, per sua stessa ammissione. Così, rientrato in Italia dopo le fatiche nipponiche, archiviate cerimonie e festeggiamenti per la meritatissima medaglia d’oro, una delle 10 vinte dagli Azzurri, per un totale di 40, record assoluto in un’Olimpiade, Tortu si è fiondato a Golfo Aranci. Finalmente in vacanza. Nella sua Sardegna. «È il posto dove mi sento a casa, ogni anno non vedo l’ora di venire qui anche se non è esattamente vacanza, perché continuo ad allenarmi», precisa lui, che al Fausto Noce di Olbia, sulla pista d’atletica che l’ha visto crescere e sulla quale continua a correre, appena può, è di casa. «Mi sento sardo al 100 per cento», ribadisce Tortu. Se qualcuno avesse ancora dei dubbi. «Un giorno, a fine carriera», ha svelato il campione a una testata locale, «mi piacerebbe aprire un’attività in Sardegna: avrei la scusa per venire più spesso».



Ilenia Giagnoni


Credits


  • Foto dal profilo Instagram di Filippo Tortu


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