Tre Bicchieri, sono 14 i vini sardi premiati da Gambero Rosso
Emozioni in bottiglia. La Sardegna si conferma come una delle regioni con la più vasta gamma di eccellenze. Un discorso che riguarda naturalmente anche il vino. La prestigiosa guida Gambero Rosso, per esempio, ha appena assegnato il premio Tre Bicchieri a quattordici vini isolani. Da nord a sud, con il Vermentino di Gallura Docg come sempre in grande spolvero. Tra le cantine premiate c’è anche quella di Surrau, che si trova nel territorio di Arzachena, a due passi dalla Costa Smeralda.
I vini premiati
Sono tre i Vermentini di Gallura premiati dalla guida 2022 di Gambero Rosso: il Vermentino superiore Sciala 2020 di Surrau, il Vermentino superiore Maìa 2019 di Siddura e il Petrizza 2020 di Masone Mannu. Poi ci sono gli altri undici vini: Alghero Cabernet riserva Marchese di Villamarina 2017 di Sella & Mosca, il Cannonau di Sardegna 2019 di Corda, il Cannonau di Sardegna Cl. Dule 2018 di Gabbas, il Cannonau L’Ora Grande 2019 di Contralta, il Carignano del Sulcis 6Mura riserva 2018 di Giba, il Carignano del Sulcis superiore Terre Brune 2017 di Santadi, il Naracada 2019 di Audarya, il Sobi 2019 di Bentu Luna, il Turriga 2017 di Argiolas, il Vermentino di Sardegna Stellato 2020 di Pala e il Vermentino di SardegnaTuvaoes 2020 di Cherchi.
La recensione
Sul sito di Gambero Rosso si legge una gran bella recensione dedicata alla Sardegna e ai suoi vini. Parole che mettono in risalto l’importante lavoro svolto negli ultimi anni sempre nel solco dell’eccellenza.
«La forza del territorio. Se dovessimo dare un titolo all’edizione 2022 non avremmo dubbi. È da un po’ di anni che si evince, ma con gli ultimi assaggi ciò emerge in maniera chiara: la Sardegna è una regione fatta da tanti territori, molto diversi tra loro e che si esprimono con altrettanta diversità anche se vengono coltivate le stesse varietà – si legge -. Poi ci sono, ovviamente, le anime dei vitigni tradizionali che danno ulteriore forza a ciascun areale. È per questo che non smetteremo mai di scrivere che le Denominazioni isolane hanno un forte bisogno di esser riformate, in modo che i territori emergano grazie a disciplinari che seguono l’attualità della viticoltura e, di conseguenza, anche le etichette dei vini possano comunicare in maniera chiara le sensazioni che offrono i bicchieri».
Dario Budroni