Turismo esperienziale e identitario per conoscere la vera anima della Sardegna
Un’isola famosa per il suo mare e le sue spiagge incontaminate, ma ancora sconosciuta per le sue ricchezze culturali, storiche, enogastronomiche, naturalistiche. Un potenziale incredibile, dunque, ancora inespresso che potrebbe generare un’economia importante anche e soprattutto fuori stagione. Di questo e molto altro si è parlato nei giorni scorsi nel corso di un incontro organizzato dal Cipnes nell’hub Insula di Porto Cervo Marina per conoscere meglio il programma di marketing territoriale “Insula Sardinia Quality World”, promosso dall’Assessorato del Turismo, Artigianato e Commercio della Regione Sardegna e dallo stesso Cipnes, per raccontare e promuovere, attraverso un percorso esperienziale e identitario, la “destinazione Sardegna” e le eccellenze produttive dell’Isola. La necessità di un modello più ampio che vada oltre o quanto meno affianchi il turismo balneare è stata esplicitata dai protagonisti dell’incontro, a partire dal presidente del Cipnes, Gianni Sarti, ma anche dai rappresentanti dell’università di Sassari, dei distretti rurali e degli operatori del settore turistico-ricettivo. Il Presidente Sarti ha illustrato il progetto di Insula “Sardinia Discovery Journey” che prevede di unire all’interno di un unico grande network promozionale e distributivo, i sistemi produttivi di qualità e artistico-culturali identitari della Sardegna e gli operatori del sistema turistico-ricettivo, per promuovere la vera anima dell’Isola.
Per Battista Cualbu, Presidente del Consorzio per la Tutela dell’IGP Agnello di Sardegna e della Coldiretti Sardegna, è sulla promozione e maggiore distribuzione dei prodotti di qualità nella ristorazione e nei gruppi alberghieri che bisogna puntare. In che modo? «Facendo sistema e raccontando il nostro profondo know how produttivo. In questo senso Insula rappresenta un ottimo esempio di facilitatore di relazioni e aggregatore dei diversi stakeholder i quali, ognuno per la propria parte, possono insieme attivare processi virtuosi di sviluppo economico».
Interessante anche il punto di vista del professor Antonello Usai in rappresentanza dell’Università di Sassari: «Nei prossimi dieci anni ci aspettiamo di raggiungere grandi risultati mettendo a disposizioni vecchie e nuove conoscenze. Grazie a questo progetto, la conoscenza potrà diventare prodotto e la longevità smetterà di essere mito irraggiungibile potendo invece essere spiegata scientificamente come frutto, secondo ipotesi accreditate, non solo di una genetica fortunata ma anche di alcune concause accessibili in realtà a chiunque, ovvero il buon cibo, il buon vino e in generale la buona qualità di vita». Il messaggio è forte e chiaro. Bisogna fare di più e meglio e serve l’aiuto di tutti i protagonisti in campo che da oggi avranno una rotta segnata e da seguire grazie all’impegno di Insula attraverso la programmazione del Cipnes e della Regione Sardegna.
Davide Mosca