Vecchioni a Porto Cervo, un concerto straordinario
Abbiamo imparato a conoscerlo sul palco. Lo abbiamo visto in televisione insieme a Massimo Gramellini. Roberto Vecchioni è un artista a tutto tondo che per la prima volta ha scelto di esibirsi a Porto Cervo in un concerto davvero esclusivo. «Ci sono stato in vacanza, mai per lavoro: sarà un’esperienza nuova ed emozionante», aveva detto il cantautore brianzolo, tra i più grandi di tutti i tempi, alla vigilia del concerto del 31 luglio. Nulla di strano che le previsioni si siano avverate.
E che Vecchioni, in Gallura in occasione del tour L’Infinito (dal nome dell’ultimo album), accompagnato da Eros Cristiani (pianoforte, violino, mandolino), Massimo Germini (chitarra acustica), Antonio Petruzzelli (basso) e Roberto Gualdi (batteria), abbia incantato con oltre due ore di spettacolo il pubblico di Porto Cervo, che ha vibrato all’unisono sulle note di (tra gli altri) Sogna ragazzo sogna, T’insegnerò a volare, El bandolero stanco, Voglio una donna e Luci a San Siro, ma anche Chiamami ancora amore e Samarcanda.
Se però gli chiedi a quali brani del suo immenso repertorio non può rinunciare in scaletta, Vecchioni svela: «Canzoni che non hanno avuto successo: Le rose blu, L’ultimo spettacolo, La stagione di Zima, che vengono ascoltate con piacere ai concerti ma che non sono state riprodotte in radio e in televisione. Anche datate: L’ultimo spettacolo è vecchissima, addirittura del disco Samarcanda. Ma anche quelle de L’infinito: mi dà molto». La ragione è presto detta. «È un album un po’ sventurato, pubblicato durante la pandemia del Covid, che ho dovuto cantare dopo tre anni dall’uscita, ma è la somma di tutte le forme d’amore per la vita», spiega.
«Non dobbiamo rimanere seduti a tentare di capire, ma dobbiamo continuare a crederci e pensare agli altri. Non un concetto pretenzioso, piuttosto il ribaltamento del concetto di Leopardi, quando diceva di non odiare la natura, ma che la natura odiava lui in un amore non corrisposto. Durante lo spettacolo, un teatro-canzone alla Gaber, per intenderci, si parla, peraltro, di ciò che lega una canzone all’altra, e il motivo è che, per mia scelta, l’album è uscito solo nei negozi. Eppure, ha vinto due dischi d’oro», aggiunge il celebre cantautore di Carate Brianza, che il 25 giugno ha compiuto ottant’anni. Con una festa un po’ particolare. «Io volevo una cosa intima in famiglia, invece mi hanno organizzato una meravigliosa festa a sorpresa a Milano il 3 luglio, con 500 persone e tanti amici miei, anche persone note. Alcuni, come Arbore e Fiorello, mi hanno mandato video di auguri: è stata una giornata incantevole», racconta divertito Vecchioni. Che a ottant’anni non ha smesso di sognare: «Innanzitutto, che i miei figli stiano bene. E che le persone tornino a nutrirsi di cultura».
Ilenia Giagnoni