Viaggiare (quasi) senza bagagli è possibile
Un viaggio senza la valigia o la borsa sembra, ai più, quasi impossibile. Al giorno d’oggi del resto, le persone sono abituate a portare con loro almeno un cambio, l’occorrente per restare puliti, la macchina fotografica, gli strumenti vari ed eventuali per la vita di tutti i giorni. Uscire senza queste cose è quasi come uscire senza vestiti.
Sarà per questa sua aria di impresa impossibile o forse perché dopotutto viaggiare leggeri non sembra poi una cattiva idea, comunque oggi esiste un piccolo numero di viaggiatori che ha fatto di questo tipo di spostamenti la prassi e lo ritiene un modo per tornare in armonia con sé stessi e scoprire il mondo. Attirati dalla possibilità di sperimentare un viaggio senza vincoli di peso e in tutta comodità, questi viaggiatori portano con loro soltanto il minimo indispensabile, tutto ciò che potrebbe stare in un paio di pantaloni cargo con molte tasche.
Lo raccontò alcuni anni fa a Condé Nast Traveler il viaggiatore di fama internazionale Jonathan Yevin, uno dei pionieri moderni del viaggio senza bagagli che in questo modo, al 2016 aveva già visitato moltissime destinazioni europee e mediorientali. Durante l’intervista, Yevin spiegò in cosa consistesse il suo outfit per questo genere di viaggi:
“Si tratta sempre di qualcosa di semplice e anonimo, in questo modo le persone non fanno caso al fatto che stia indossando le stesse cose ogni giorno. Una giacca offre molto spazio per via delle sue tasche. Non viaggio con vestiti a cui sono sentimentalmente legato, in questo modo è molto più semplice rimpiazzarli se si presenta l’occasione. Al giorno d’oggi i sarti sono tanti ed economici, mi è capitato di chiedere ai sarti di strada di spostare le tasche dei miei pantaloni dall’esterno all’interno per tenerli nascosti. Se da un lato questo mi ha permesso di portare con me lo spazzolino, il passaporto, i soldi e il telefono in sicurezza, dall’altro lato ha messo a disagio diversi addetti all’immigrazione e receptionist nel momento in cui ho dovuto sbottonare i pantaloni per pagare una camera di hotel o compilare un form visa.”
Il viaggio senza bagagli secondo Yevin e molti altri viaggiatori è possibile ma comporta sacrifici e accorgimenti di vario genere. Se da un lato può risultare più economico quando si viaggia in aereo o più funzionale per gli spostamenti in città, dall’altro chi è abituato a viaggiare in comodità potrebbe trovarlo anche sgradevole.
Alcuni compromessi
Prima di cimentarsi in un’impresa così drastica si possono però trovare dei compromessi adatti a chi si sta affacciando in questo mondo e vuole capire se può diventare una passione o meno.
Per esempio, ci si può affidare a una sola borsa o zaino da spalla classico, un modello che si utilizzerebbe nella vita di tutti i giorni per uscire in città o al parco.
Viaggiare con un piccolo bagaglio da spalla è sicuramente più semplice che affidarsi alle sole tasche, bisogna però fare attenzione a quante cose ci si porta dietro ed essere sempre vigili quando si passeggia per luoghi affollati.
Anche in questo caso sarà molto difficile avere spazio per portare un cambio e quindi ci si dovrà vestire in base al clima della destinazione. In compenso, viaggiare con uno zaino in spalla significa poter portare un piccolo blocco note, pc o tablet per scrivere, uno strumento molto utile per chi vuole viaggiare e lavorare o documentare il tutto!
Un altro compromesso alla gita senza bagaglio è il travel caching. Proposto dallo scrittore e imprenditore americano Tim Ferriss in uno dei suoi blogpost, il travel caching nasce dal più famoso urban caching, un metodo molto usato negli States che prevede l’occultamento di attrezzature da sopravvivenza in diversi punti della propria città e dintorni, così da poterle avere a disposizione in caso di emergenza.
Niente di così drastico fortunatamente, il travel caching è pensato per chi viaggia spesso nella stessa città - per motivi di lavoro, familiari e simili - e non vuole portare con sé un grande bagaglio a ogni viaggio.
Il principio è molto semplice: è sufficiente preparare un piccolo zaino o un trolley con lo stretto indispensabile per soggiornare in una città per uno o due giorni e, una volta arrivati, lasciare la suddetta valigia in un luogo sicuro. Si può chiedere a un familiare o amico fidato in zona di tenerla oppure si può chiamare l’hotel in cui solitamente si soggiorna e chiedere se come struttura viene fornito questo servizio. Molti alberghi infatti offrono questa possibilità dietro compenso.
E se avessi ancora voglia di provare a viaggiare senza bagagli ma temi le destinazioni sconosciute e lontane da casa, la soluzione potrebbe essere un viaggio in una località vicina. Viaggiare nello stesso stato potrebbe essere un buon inizio per fare una prova in un luogo in cui si parla la tua stessa lingua, potresti perfino decidere di non allontanarti dalla tua regione e avventurarti per alcuni giorni in una città vicina e apprezzare comunque l’esperienza.
In conclusione, viaggiare -quasi- senza bagagli è possibile, ma è anche un’esperienza complessa che riesce a mettere alla prova anche chi lo fa da una vita. Essere dei viaggiatori capaci però, lo dice anche Yevin, significa partire comunque e sperimentare, perché viaggiare non è un talento naturale ma qualcosa che si impara con la pratica.
Benedetta Piras
Fonti:
- The man who travels without luggage, Condé Nast Traveler
- How to Never Check Luggage Again, The blog of author Tim Ferriss
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