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28 Agosto 2019

Vigne Surrau: arte del vino nella cantina delle meraviglie


Il tempio consacrato al dio Bacco è una armonica combinazione di legno, pietra e cristallo. Superare la soglia della cantina delle Vigne Surrau significa cominciare un lungo e affascinante viaggio nella più inebriante delle esperienze sensoriali.



Il profumo del vino si insinua nelle narici e invita il visitatore a scoprire ogni angolo di questo raffinato capolavoro di saperi e sapori. «Noi dobbiamo molto a questa cantina. Intanto perché casualmente nasce sulla strada per Porto Cervo. E poi perché il progetto della struttura è davvero bello, nel 2011 è stato anche portato alla Biennale di Venezia» racconta Tino Demuro, l’imprenditore visionario che ha trasformato una tradizione di famiglia in una realtà capace di scalare le vette del successo.



Siamo alle porte di Arzachena, nel cuore granitico della Gallura, a pochi chilometri dai colori mozzafiato delle spiagge della Costa Smeralda. Le Vigne Surrau si presentano come un mondo proiettato nel futuro e che ben si inserisce nelle bellezze senza tempo della natura. Una giovane azienda vitivinicola che oggi vanta un qualcosa come quattordici etichette per una proiezione di produzione di 450mila bottiglie da esportare in tutto il pianeta. «L’azienda è stata pensata nel 1999 e fondata nel 2000 – spiega Demuro, il patron di Surrau - Invece nel 2001 abbiamo cominciato a piantare, mentre nel 2005 è arrivata la prima vera vendemmia con il primo riconoscimento al Vinitaly».


Tino Demuro, imprenditore edile ed ex sindaco di Arzachena, ha voluto recuperare le tradizioni della sua numerosa famiglia. «Anche noi avevamo uno stazzo con la vigna, come tantissime altre famiglie della Gallura – racconta - Mio padre aveva un emporio e vendeva un po’ di tutto, anche il vino. Con l’avvento della Costa Smeralda ci siamo concentrati più sull’edilizia. Ma alla fine del Novecento siamo voluti tornare all’agricoltura, investendo nella qualità del vino ma anche in cultura».

I vigneti di Surrau oggi ricoprono un totale di cinquanta ettari e l’obiettivo è quello di arrivare, nel giro di pochi anni, a una capacità produttiva di 650mila bottiglie. L’azienda arzachenese produce sia bianchi sia rossi. Ma siamo in Gallura e naturalmente è il Vermentino il vino principe della cantina.



«Sì, il 70 per cento della produzione è Vermentino. Il resto è Cannonau, Carignano e Bovale Sardo, più due qualità internazionali – spiega Alessandro Pedini, il responsabile marketing di Surrau - Per quanto riguarda i mercati serviti, il 60 per cento del fatturato lo facciamo in Sardegna. Il 15 nel resto d’Italia, soprattutto nel centro-nord, e il 25 all’estero, tra Svizzera, Austria, Germania, Lussemburgo, Belgio, Olanda, tutta la Scandinavia, Regno Unito, Francia, Russia e infine Canada e Stati Uniti».



Sono numerosi i riconoscimenti collezionati negli anni dalle Vigne Surrau. Il Vermentino Sciala, Tre Bicchieri Gambero Rosso, è il più premiato in assoluto.


Lo Sciala vendemmia tardiva del 2015 è stato addirittura votato come miglior vino bianco d’Italia al concorso Five star wines durante l’edizione 2017 del Vinitaly. Il biglietto da visita di Surrau, comunque, resta sempre la sua meravigliosa cantina. Un luogo in cui è possibile degustare i vini e che ogni anno richiama un qualcosa come ventimila visitatori. Qui vengono promosse mostre d’arte e altre iniziative culturali. «Oggi non basta fare un buon vino – sottolinea Tino Demuro - Bisogna anche sapersi dare un’immagine e noi abbiamo deciso di presentarci al mercato investendo in arte, cultura ed eventi».


Dario Budroni

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