Wing Foil, sulla tavola che spicca il volo
Come farfalle che volano sull’acqua. Come oggetti non identificati che attraversano per la prima volta il campo visivo. Il tutto mischiato al fascino del surf e del sogno antico dell’uomo di imparare a volare. Il wing foil è lo sport a impatto zero, la novità dell’estate 2020. Un’ala gonfiabile spinta dal vento, una piccola tavola e un foil che sfrutta le capacità idrodinamiche per alzarsi in volo. Una combinazione che ha reso questa disciplina acquatica particolarmente rivoluzionaria, a metà strada tra il windsurf e il kitesurf.
Le aziende di tutto il mondo stanno investendo su ricerca e sviluppo di questo nuovo giocattolo che sembrerebbe avere delle potenzialità ancora tutte da esplorare. Soprattutto perché, rispetto alle discipline da cui proviene, sembrerebbe essere più facile da imparare e da praticare con vento leggero. Dalle Hawaii all’Australia, terre natie dei surf sport, campioni mondiali del calibro di Roby Naish, Kai Lenny e Kevin Langeree da qualche anno a questa parte si sono dedicati alla pratica del wing foil, contribuendo alla diffusione e dimostrandone, con evoluzioni e acrobazie sulle onde, i limiti estremi.
Quest’estate il wing foil è comparso all’improvviso perfino al Romazzino in Costa Smeralda, lasciando a bocca aperta tutti i bagnanti e i turisti presenti. E tra i primi ad importare e praticare il wing foil in Sardegna c’è Emerico Pala, windsurfista e kiter professionista, titolare del negozio Wet Dreams di San Teodoro.
«Ho sempre trovato stimolante provare le cose nuove che arrivano d’oltreoceano e quando qualche anno fa sono stato in Australia e mi sono imbattuto nei prototipi che stavano sviluppando le aziende, ho capito che sarebbe stata una cosa da provare. Non solo ho provato, ma ne sono stato totalmente rapito. Il wing foil non esclude la pratica degli altri sport come il windsurf o il kitesurf. Semplicemente, dà la possibilità a noi surfisti di vivere il mare anche con pochissimo vento e di avvicinare pure chi non ha dimestichezza con queste meravigliose discipline» spiega Emerico Pala.
L’emozione di fluttuare nell’aria a più di un metro d’altezza, fuggendo agli artigli della forza di gravità, è sicuramente un’emozione indescrivibile. «Tu hai un’ala che vuole volarti via dalle mani- e devi cercare di trattenerla per trasferire il movimento alla tavola, in quello che viene definito Butterfly effect. La magia di questo sport si realizza, però, quando il motore del wing si combina con l’hydrofoil che rende planante la tavola a velocità relativamente importanti. Con l’indubbio vantaggio di avere un attrezzo che si ripone facilmente in macchina» continua Pala.
Ma è facile imparare? «Per chi proviene da windsurf e kitesurf è tutto molto più semplice. Se invece non si ha nessuna esperienza bisogna prima capire come funziona la vela. Si comincia con un sup tradizionale e in poco tempo si può passare alle tavole foil. Ma già sul sup si può vivere il divertimento della navigazione a vela».
Davide Mosca